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OPETH: MORNINGRISE

data

24/06/2002
100


Genere: Progressive Death Metal
Etichetta: Candlelight Records
Anno: 1996

Esistono dischi belli e dischi brutti, esistono dischi che sono carini altri che sono scarsi, esistono dischi che sono dei capolavori altri che sono delle schifezze; poi esistono dischi che non sono dischi bensì qualcos'altro: un sogno che precede il vissuto, una sensazione che diventa certezza, un luogo dove non si è mai stati ma dove si vuole assolutamente tornare. Questo discorso vale un pò per tutti dischi degli Opeth, ma in particolare per "Blackwaterpark" e questo "Morningrise". Sì! Perché il cd in questione è tutto tranne che semplice musica; è un luogo,la concretizzazione di note in realtà: il bosco incantato adagiato su un oscuro fiume,dove si specchia una desolata costruzione (raffigurato nella cover) è il paradiso/inferno dove la band vi guiderà per 66 minuti, in grado di far emergere tutti i vostri ricordi più profondi e le sensazioni che pensavate ormai sbiadite dal tempo. Raramente ho sentito un disco tanto intenso e vicino ad una realtà altra, così emozionante da essere in grado di farmi vivere un sogno come fosse reale e farmi vedere cose accadute sotto un'altra luce. "Morningrise" è tutto questo, ma anche molto di più.I brani sono costruiti come la visuale che si avrebbe di luoghi e persone mai conosciuti ma già visti, con continui cambi d'atmosfera e di successioni armoniche, proprio come se la band stesse rivivendo con voi la scoperta di questa nuova realtà.Momenti death si alternano a frammenti progressivi e rimembranti King Crimson e Gentle Giant in un ottica estrema;meravigliosi affreschi acustici si alternano a passaggi vocali ora sognanti, ora lancinanti e rabbiosi. Fin dall'iniziale Advent la band ci prende per mano guidandoci nei meandri di un brano sofisticato e multiforme ed in cui il break acustico centrale fa letteralmente sognare ad occhi aperti .Comincia, poi, qui lo show del bassista Johan De Farfalla che per tutto il disco si esibisce in un assolo continuo e cuce le complesse ritmiche del drummer Anders Nordin; senza dimenticare la maestosa opera chitarristica (tra colate di lava elettrica e intarsi acustici da applausi) del duo Lindgren/Akerfeldt (che si prodiga in passaggi vocali spettacolari, tra growling e clean vocals). Le successive "The Night And The Silent Water" e "Nectar" continuano in modo eccelso l'opera del primo brano,ma lo fanno la prima in maniera più brutale ed oscura,la seconda più aggraziata ed elegante.Ma la vetta del disco,il contatto con l'assoluto è la maestosa Black Rose Immortal: 20 minuti di musica celestiale in grado di incantare e far viaggiare oltre il già vissuto:un brano che lascia senza parole,che va solo adorato ed ascoltato. A chiudere la dolcissima "To Bid You Farewell" che tra origami acustici ed impennate elettriche rappresenta il saluto estremo al magico luogo che abbiamo visitato ed alle sensazioni in esso provate. In poche parole un 'opera celestiale; gli Opeth hanno prodotto 7 dischi tutti meravigliosi e degni di lode,ma nessuno di loro ci ha permesso di tornare ad assaporare le magiche sensazioni di questo MORNINGRISE,un "una tantum" che fareste bene a custodire gelosamente e ad assaporare ogni volta in cui avrete bisogno di una realtà amica in grado di rendere i vostri sogni concreti; ma ora andate il richiamo del bosco incantato non può attendere oltre…….

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