ON THE RISE: DREAM ZONE
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09/12/2009Il debut cd degli On The Rise aveva rappresentato, per molti amanti dell'AOR come il sottoscritto, un vero e proprio raggio di sole in grado di ridare prontamente linfa vitale al genere in questione, il tutto grazie ad una serie di composizioni stupendamente create dall'unione artistica tra il duo nordico formato da Bennech Lyngboe e Terje Eide. Purtroppo, come troppo spesso capita di assistere a molte delle migliori favole, il sodalizio artistico tra i due personaggi non ha resistito alle pressioni del music biz logorandosi in breve tempo, e portando i due a scegliere di percorrere strade musicali differenti: mentre Lyngboe decise infatti di dar vita al suo nuovo personale progetto Main Attraction (un discreto disco di rock melodico che non riuscì comunque a cogliere nel segno), Terje Eide optò per mantere la proprietà del monicker originale, congelandone però il tutto per diversi anni sino all'arrivo del 2009 in corso, anno in cui assistiamo finalmente all'atteso ritorno discografico del progetto On The Rise. 'Dream Zone' è un lavoro in grado di scorrere piacevolmente senza però raggiungere gli elevati picchi qualitativi del debut cd, offrendo composizioni in cui il tipico stile AOR/Westcoast di bands quali Toto e gruppi limitrofi viene amalgamato con taluni elementi tipici della scuola più squisitamente scandinava. Il risultato è identificato in un album in cui composizioni dalle frizzanti melodie e dal convincente songwriting si mescolano ad episodi purtroppo meno brillanti, dando la sensazione di avere a che fare con un'uscita che ha saputo solo in parte confermare le entustiastiche impressioni destate in un esordio coi fiocchi, il tutto quasi ad identificarne nell'ormai perso sodalizio Lyngboe/Eide il vero motore trainante. Per gli On The Rise questo 'Dream Zone' rappresenta quindi un come-back artistico positivo ma non esaltante, il tutto in particolare se paragonato ad un esordio talmente luminoso da essere discusso in lungo e in largo in tutte le community melodiche in giro per la rete. Non rimane che sperare in una futura reunion dei già citati Lyngboe/Eide, forse la vera e propria chiave di un'alchimia artistica per ora purtroppo smarrita.
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