RADIOACTIVE: Reset
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28/09/2024Non devono avere di che preoccuparsi gli amanti dell’AOR più sofisticato desiderosi di nuove uscite sebbene il genere rimanga saturo ed invero distante da colpi di indubbia caratura, per lo meno negli ultimi anni. Tommy Denander, compositore, polistrumentista e produttore che di certo non necessita di una mia presentazione, riprende il moniker Radioactive e promette con questo ‘Reset’ di riportare il trademark vicino allo stile dei Toto come riuscì nell’ottimo esordio ‘Ceremony Of Innocence’. Aiutato da Mutt Lange in fase di composizione per un paio di pezzi, affida il microfono a una serie di fuoriclasse: troveremo Jeff Paris e Jim Jidhed (Alien) in 4 pezzi ciascuno più ulteriori special guest quali Robin McAuley (MSG, Black Swan) e Joey Vana (Mecca). La tracklist parte con “Sentimental”, classicAOR nello stile della scuola americana dei primi 80’s. “Gaia” rimane ben sopra la media dei lenti di quest’anno. La cura della dinamica trascina il brano ad essere uno degli highlight del disco. Apriamo un poco di distorsione con la sensuale “When The Lights Go Down” interpretata da un Jidhed anagraficamente appannato ma convincente. La classe artistica non è acqua, è classe. La title track, iniziando soffusa, regala emozioni contrastanti e complementari. Un pezzo sorprendente nel suo incidere cadenzato, meritevole di un videoclip sul finire degli anni 80 nel mio immaginario, attribuibile ad un RobinMcAuley stratosferico. “Midnight Train” rappresenta un divertente scandiAOR vecchia scuola (DaVinci – Dalton). “Open Space” parte come ballad West Coast notturna salvo trasformarsi in un pregiato pezzo alla Frederik Slama (AOR). “Hard Times To Fall In Love” mid tempo arioso, esprime al meglio il dogma di Tommy, godendo di un arrangiamento curato e pregevole ed interpretata magistralmente da Joey Vana (Mecca). Non percepisco cali compositivi, ne il disco vuole essere freddo e distaccato come accade a troppi dei contendenti di medesimo genere. Meno Rock e diretto, più variegato ed ugualmente ispirato rispetto il predecessore ‘X.X.X.’, Denander conferma la sua innata qualità di mostrarsi imprevedibile e raffinato, cucendo undici pezzi che non aggiungono nulla alla storia ma garantiscono qualità ed eleganza.
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