THE TANGENT: A PLACE IN THE QUEUE
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08/11/2006Continua l'avventura dei The Tangent la super band Prog Rock fondata da Tillison (già tastierista e leader dei Parallel Or 90 Degrees) con la partecipazione di musicisti presi a piene mani dagli altri gruppi cardine del genere, come ad esempio i Flowers King. A Place In The Queue è il terzo capitolo, dopo The Music That Die Alone e The World That We Drive Through, e nasce da un'idea che Tillison ebbe all'età di 14 anni mentre si stava spostando sul tram e osservava il via vai della gente lungo le strade. Il progetto per questo lavoro si basa sul concetto che ognuno di noi occupa un determinato posto all'interno di un'ipotetica fila, che in maniera metaforica rappresenta il mondo nel suo complesso (per maggiori informazioni al riguardo vi rimando al sito e al libretto che accompagna il CD dove potete trovare una lunga disquisizione dello stesso musicista sulla nascita di questo album). Musicalmente l'album è la perfetta prosecuzione dei lavori precedenti dei The Tangent e sarà sicuramente apprezzato dai fans del gruppo e da coloro che amano un prog di stile settantiano rivisto in chiave moderna. Qualche dubbio poteva esserci data la mancanza di una figura di spicco del genere e parte fondamentale dei due dischi precedenti (sia musicalmente che a livello di stesura pezzi): stiamo parlando del chitarrista Stolt, mente e cuore pulsanti dei Flowers King, che non ha potuto prendere parte in maniera attiva a questo lavoro a causa dei innumerevoli impegni musicali sia per il suo gruppo che sia per le varie collaborazioni a cui partecipa (se controllate bene lo troverete nella maggior parte dei dischi di Prog Rock di questo stile!). Tornando alla musica di A Place In The Queue si può tranquillamente affermare che sia le note che i testi sanno prendere per mano l'ascoltatore e portarlo attraverso il mondo e la sua visione proposti da Tillson, cullandolo dall'inizio alla fine in un tappeto di note di alto livello dove nulla è lasciato al caso ed ognuno dei componenti fa il suo dover sino in fondo. Difficile anche dire quale può essere il pezzo migliore quando ognuno è collegato ed è la continuazione di quello precedente e il disco, per essere apprezzato a pieno, va necessariamente ascoltato dall'inizio alla fine senza soste intermedie. Per finire mi sento di segnalare la bella copertina (come d'altronde tutte quelle dei The Tangent fino ad ora) e l'esistenza sul mercato di 2 versioni di questo disco: quella classica in formato mono CD e quella a tiratura più limitata in digipack doppio CD con il secondo disco contenente alcune bonus track e pezzi live inediti.
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