GELKHAMMAR: The Sword Of Gelfiser
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07/11/2020Quando si pesca nel profondo magma dell’underground, è possibile trovare opere che poco hanno a che vedere con l’arte, se non il desiderio di spezzare gli stilemi con qualcosa di eccessivo o completamente incomprensibile; non è il caso di questa formazione, tutta italiana, che porta avanti la bandiera della mini scena black metal dell’isola di Pantelleria, i Gelkhammar. Questo terzetto, oltre a donarci un bel disco dal sapore old school black metal, ci conduce nei meandri della storia, quella nascosta e meno conosciuta della loro terra. Il titolo dell’album ‘The Sword of Gelfiser’ si riferisce ad una spada rinvenuta nella grotta di Gelfiser (dal termine arabo "Jebel Fizàr", che significa più o meno "montagna spaccata"), nei pressi del monte dell'isola, Montagna Grande. L'artefatto è datato al 1270 ed è probabilmente appartenuto a un cavaliere francese che transitò da Pantelleria durante la Nona Crociata. L'album, lungo la tracklist, esplora diversi toponimi e punti d'interesse geografici di Pantelleria. La parte strumentale, come già accennato, ci butta addosso tutta la furia del raw black metal più intransigente, riff taglienti, voci catacombali, blast beat alternati a momenti più ripetitivi ed ossessionanti; cinque tracce (più una intro) dense di pura gelida violenza, riscaldata solo dall’idea che questo fulmine a ciel sereno sia stato concepito su una delle calde isole del Mediterraneo. L'album consta anche di sezioni improvvisate, che esaltano la sensazione di esplorare e perdersi nei misteriosi paesaggi di Pantelleria. Un lavoro estremo, certamente, ma ben concepito, dal sapore folkloristico, radicato nello stile del metallo nero.
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