LACRIMAS PROFUNDERE: SONGS FOR THE LAST VIEW
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31/07/2008Attivi sulla scena dal 1993, i Lacrimas Profundere lanciano sul mercato il loro ottavo album 'Songs Of The Last View' - prodotto come il precedente 'Filthy Notes For Frozen Hearts' da John Fryer – con la consapevolezza che una band giunta a tal traguardo dovrebbe avere, cioè quella di essere sicuri dei propri mezzi e saper a ogni nuovo lavoro cosa proporre e come evolversi, forte anche delle esperienze acquisite. E un cambiamento di stile il gruppo tedesco l’ha già fatto, passando dal doom/death ispirato a gruppi come My Dying Bride e Anathema al gothic metal che ha portato al successo Him e The 69 Eyes per fare alcuni nomi. C’è chi ha apprezzato questa svolta, c’è chi l’ha vista come una mossa azzardata, ma loro sono andati avanti per la propria strada continuando ad esprimere ciò che sentivano. Parlando di 'Songs Of The Last View', il sound presenta tutte le caratteristiche tipiche del genere, quindi melodie a tinte dark, chitarre potenti quanto basta, ma anche motivi orecchiabili, refrain convincenti e una voce gothic e ammaliante come quella del buon Rob Vitacca, che sostituisce il singer Christopher Schmid dopo ben più di dieci anni di carriera nel gruppo. In certi passaggi si sente bene l’intenzione di riprendere i momenti migliori dei due gruppi attualmente principali ispiratori, ma il risultato finale non è quello atteso: per carità, è un album che si lascia ascoltare, che scorre via liscio ma senza accendere troppo gli entusiasmi. Ci sono comunque canzoni apprezzabili come le prime "A Pearl" e "The Shadow I Once Kissed", le coinvolgenti "Veins" e "Dear Army" e la più cupa "A Dead Man". Ma il mio voto non va oltre quello da me indicato. Forse è solo un mezzo passo falso, d’altronde è successo anche agli Him…
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