DAWN OF SOLACE: THE DARKNESS
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05/01/2008Dawn Of Solace non è altro che il progetto parallelo di Tuomas Saukkonen, leader dei Before The Dawn, che ha iniziato a vedere la luce durante le fasi di scrittura del terzo album del gruppo, 'The Ghost'. Con 30 canzoni composte, sarebbe stato difficile produrre un disco normale che riflettesse appieno le intenzioni del musicista e la presenza di pezzi più lenti, melodici e dark non si sposava bene con i pezzi scelti per 'The Ghost', escludendo quindi la possibilità di un doppio disco. Nasce così il debut 'The Darkness', un album che riflette la parte finora velata dell'anima di Tuomas, quella più oscira, più intensa e che trova il suo sfogo in questi otto brani suggestivi ma soprattutto efficaci. Sì, perchè la mente di questo ottimo artista ha partorito un lavoro molto buono, delinenando uno scenario gothic e alquanto inquietante nel quale le nostre orecchie avranno di che ben nutrirsi e la parola banalità sembra non echeggiare neanche per un secondo. Il merito di tutto questo, oltre che del buon Tuomas, è anche di due talentuosi cantanti, Lars Eikind - già presente nel nuovo album dei Before The Dawn e nella line up dal vivo della band - dal timbro più pulito e melodico e Jukka Salonaara che con i suoi screaming potenti da voce ai sentimenti più rabbiosi del disco. La parte di leone spetta alla chitarra, capace sia di addentrarsi in terreni più malinconici e calmi con i suoi morbidi arpeggi che di spingere la tensione fino al massimo livello con i suoi riff heavy e intensi, capaci di arrivare dritti al punto senza perdersi in assoli infiniti ma limitandosi ad una scrittura musicale. Senza dimenticare il ruolo della batteria, che con il suo martellare segna il perdurare della tensione e di questo senso di oscurità. Lo scneario di 'The Darkness' si apre con "Dying Daylight", un intro alquanto misterioso che, durante l'ascolto, mi ha fatto quasi evocare davanti agli occhi l'immagine di una foresta fitta e buia, dove i suoni sembrano corrispondere a quelli dei suoi abitanti notturni. Il seguente "Wings Of Darkness Attached On The Children Of The Light" parte molto piano per poi dare sfogo alla sua sezione più esplosiva, in "I Was Never There" Jukka è protagonista assoluto con la sua voce "massacrante" mentre Lars interviene nelle parti più melodiche. Un attimo di pace arriva con "Winter Song", uno dei pezzi più melodici del disco e di natura riflessiva e nostalgica, prima di continuare a mietere note con il penultimo "Wrath Of Gods amongst Us". Il conclusivo "Avalache" segna, con il suo procedere lento, l'abbandono della foresta buia, dalla quale l'ascoltatore è molto provato, e ciò che rimane non sono sensazioni negative, piuttosto una serie di immagine suggestive e una musica che risuonerà nella sua mente ancora per molto.
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