CKY: CARVER CITY
data
16/05/2009Quarto disco in studio per questa band americana che ritorna on the road dopo un periodo di riflessione conseguenza di momenti burrascosi vissuti all'interno del gruppo. "Carver City" è un lavoro accantonato per i motivi di cui sopra e poi in seguito ripreso, ma a dire il vero risente poco degli anni che sono passati tra un periodo e l'altro. A metà tra l'alternative ed il NU, è un album che si presenta interessante sotto diversi aspetti, a partire dal lavoro di elaborazione che si cela oltre il sostrato apparente. Partendo dal piano lirico - Carver City è una città immaginaria popolata di personaggi strambi - i nostri hanno poi sviluppato quello strumentale ispirandosi alla trama che sta dietro ai testi. Ne nasce un disco che riesce a dire diverse delle cose che vorrebbe dire, mentre in qualche caso fallisce diventando vittima per sua stessa mano. Andando per ordine, i brani si fanno apprezzare sia per le melodie azzeccate, sia per la continua ricerca di diversificazione dello stile tramite innesti sonori opportuni - tastiere ed un goccio di elettronica ben dosate riescono a dare quell'apporto in più in fase creativa senza mai risultare fuori posto. Di pari passo, però, la sezione ritmica si ricicla di volta in volta. Cosa che capita anche alla chitarra: il riffing a volte è monotono e poco ispirato. Questo fa si che alcuni brani risentano di potenzialità inespressa e di una di (ri)scrittura troppo ripetitiva. Ciononostante, il lavoro è piacevole e la qualità supera in scioltezza i difetti. Questo rende "Carver City" un prodotto efficace in grado di stimolare gli amanti delle sonorità moderne, ma anche di lanciare l'amo tra quelle bocche affamate alla costante ricerca di qualcosa di intriganti da divorare. Produzione all'altezza. Artwork di Travis Smith.
Commenti