SEVENDUST: Truth Killer
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23/09/2023I Sevendust sono dei veri e propri cani da strada, sfornano dischi senza soluzione di continuità dal 1999 continuando ad andare regolarmente in tour. Il sound attuale è sicuramente cambiato da quello nu-metal degli esordi, hanno raggiunto lo zenit con 'Home' ed 'Animosity' che furono due release eccezionali. Da allora la band ha cercato di mantenere quello slancio con risultati alterni e questa lavoro non è diverso dagli altri, dopotutto. Ciò che lo differenzia dai predecessori è il numero di parti elettroniche presenti lungo tutto l’album, credo che sia una strategia per attirare l’attenzione pari a 0 dei ragazzi di oggi. Genera sensazioni contrastanti, avrei preferito che fossero rimasti un pò più grezzi. 'Truth Killer' non è male, è un lavoro discreto, molto ben prodotto ed onestamente la voce di Lajon Witherspoon è incredibile, sembra Seal leader di una band metal. Potrebbe non piacere a tutti, specialmente se ascolti i Dying Fetus, ma in tutta onestà è uno dei frontmen con le vocals più appassionate e piene di sentimento attualmente in circolazione. Le melodie, opera di Clint Lowery and John Connolly, supportano molto bene la sua voce, in “I Might Let The Devil Win” mostra tutto il suo talento ma sembra una falsa partenza. Una ballata non è il modo migliore per aprire un disco. Suona un pò alienante. Non si può certo dire che non sia un brano di qualità, ma è messo nel posto sbagliato. Il batterista Morgan Rose è l’arma segreta, ma ve ne renderete conto solo dal vivo, è uno scherzo della natura, lancia le bacchette verso il pubblico e torna alla batteria senza perdere il ritmo, ma sull’album la sua ferocia è solo accennata. Forse “No Revolution” è la traccia più vicina al Periphery sound che i Sevendust hanno mai fatto, e stranamente funziona, ti prende e ti trascina col suo groove. “Sick Mouth” figurerebbe bene nell’ultima uscita dei Lacuna Coil ma da quella traccia in poi tutto diventa un pò troppo insipido e mid tempo, il che non è male ma personalmente preferisco i suoni più muscolari. “Fence” chiude il CD in modo piacevole con il suo ritmo veloce e riff pesanti.
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