BON JOVI: HAVE A NICE DAY
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26/09/2005Vi ricordate il commento con cui avevo chiuso la recensione di "This Left Feels Right"? Diceva così: L'operazione "commercializzazione" dei Bon Jovi è giunta alla realizzazione suprema; se questa è la tendenza futura, i "cow-boys" del New Jersey non torneranno mai più.
Ve lo giuro, non sono mai stato così felice di sbagliarmi. Sono tornati eccome, con un album che metterà d'accordo pubblico e critica, rispolverando l'anima più rock della band, pescando qua e là nella tradizione americana, da Springsteen a Dylan passando per i R.E.M., e aprendosi anche a soluzioni vicine al modern rock. Citando una frase del nostro redattore Emo, "hanno finalmente trovato la loro dimensione moderna ideale".
Già dall'opener/singolo/title-track si capisce che i Bon Jovi fanno sul serio: rock sparato a mille, con una strizzatina d'occhio a "It's My Life", per regalarci un brano assolutamente eccezionale e trascinante. Una hit splendida, che sarà in rotazione a lungo sulle radio di mezzo mondo...
Molto molto interessante anche la successiva "I Want To Be Loved", più cupa e cadenzata nella strofa, prima di sfociare in un ritornello delizioso. Ai confini con il modern rock, senza dubbio. La prima ballad del disco è "Welcome To Wherever You Are", delicata e accogliente, che farà consumare un bel po' di accendini in sede live...
"Who Says You Can't Go Home" è invece un brano profondamente influenzato dal Cantautore per eccellenza, quel Bob Dylan che ha segnato intere generazioni: dal cantato alla linea melodica (che in un tratto ricorda "Mr. Tambourine Man"), questo pezzo sembra davvero un omaggio al riccioluto menestrello americano.
Si prosegue poi con "Last Man Standing", che non è un inedito in senso stretto... era già presente (in una versione MOLTO più lenta e nettamente diversa) nel cofanetto "1.000.000. Fans Can't Be Wrong". Gran pezzo, comunque, tirata e cattiva al punto giusto.
L'altra ballad del disco è invece "Bells Of Freedom", brano toccante e poetico, con un testo davvero bello e un arrangiamento curatissimo. "Wildflower" sembra un estratto da "Blaze Of Glory", è un mid-tempo piacevole, ma anche la canzone meno significativa dell'album, a mio avviso. Si ricomincia a fare rock sul serio con la splendida "Last Cigarette", una delle perle di questo lavoro, tiratissima e ispirata. Ma c'è da dire che è difficile trovare difetti, anche le rocciose e intriganti "I Am" e "Complicated" regalano emozioni e ci mostrano una band in forma smagliante (grandissima la prestazione di Sambora, uno dei chitarristi più rock del pianeta). Non male nemmeno "Novocaine", altro mid-tempo piuttosto interessante, e ottima la conclusiva "Story Of My Life", sullo stile della precedente "Last Cigarette".
In alcune versioni dell'album è possibile trovare anche le bonus track "Dirty Little Secret", "These Open Arms" e "Unbreakable", oltre a un DVD con la registrazione di un mini-live della band.
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