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MICHAEL BORMANN'S JADED HARD: Power To Win

data

12/11/2022
73


Genere: Melodic Hard Rock
Etichetta: RBM Records
Distro:
Anno: 2022

Conosciamo bene la carriera di Michael Bormann, artista incredibilmente sottovalutato e cuore pulsante dei Jaded Heart da lui fondati assieme al fratello per poi uscire in maniera a dir poco burrascosa nel 2004 dopo la pubblicazione di 'Trust' a causa dei rapporti divenuti pessimi con il chitarrista Barisch Kepic, diciamo comunque che nel corso del periodo solista è stato capace di sfornare prodotti anche di ottima fattura: ci riferiamo in particolare a 'Conspiracy' datato 2006. Oggi, dopo una serie contraddistinta da alti e bassi (dove la sua voce calda e sofferta ha comunque sempre lasciato il segno) lo ritroviamo al secondo atto dopo un discreto debut con i suoi Michael Bormann's Jaded Hard, con l'intento (non certo velato come si evince dal monicker) di ricreare quell'alchimia sonora che aggraziava i primi lavori dei Jaded Heart riuscendo a coniugare quasi in modo perfetto l'hard melodico americano con quello europeo sfoggiando quando occorre una veste tipicamente teutonica. Non si tratta certo di un capolavoro questo 'Power To Win' che si muove sulla falsariga del suo predecessore, ci sono un paio di filler (soprattutto la traccia finale e anche le ballad non rappresentano il punto di forza di questa nuova release  risultando un po' canoniche), ma il singer si mostra capace di saper ruggire piazzando bombe dall'importante esplosività melodica quali "When I Look in Your Eyes" e la splendida "Little White Lies" pezzo dal potenziale commerciale spaventoso che nel corso della seconda metà degli '80 avrebbe fatto sfracelli e da ascoltare a manetta solcando le highways americane, ma anche "Domino" a tratti ruvida e che in alcuni frangenti è memore del periodo trascorso con i Jaded Heart e quello solista, sicuramente scintillante con un chorus che non fa prigionieri, si va alla grande sia con l'opener tanto quanto in "When She's Good" dal notevole tocco di classe conferito dall'organo che gli dona un sapore vagamente blueseggiante. Prima della chiusura abbiamo "Hysteria" altro bel brano dal ritmo lento e ipnotico che ci dimostra quanto Michael abbia ancora assai da offire al mondo della musica. 

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