BAL-SAGOTH: THE CHTHONIC CHRONICLES
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27/03/2006Si conclude a distanza di ben cinque anni dall’ultimo “Atlantis Ascendant” l’esalogia dei Bal-Sagoth iniziata nel lontano 1995 con il debutto “A Black Moon Broods Over Lemuria”; devo dire di aver sempre apprezzato la band inglese solamente per metà, la metà musicale per l’esattezza: depurata dalle tastierine dei puffi e da certe ampollosità, la proposta del quintetto si è sempre rivelata più che buona, variegata al punto giusto e capace di entusiasmare sia i più avvezzi alla melodia che coloro in cerca di sonorità più estreme. L’altra metà a cui mi riferisco è ovviamente il contorno trash che ha sempre accompagnato Byron e compagni, con le loro spade di plastica e i titoli chilometrici spesso involontariamente comici. Ma visto che è la musica ciò che conta, è bene dire che “The Chthonic Chronicles” rappresenta un valido ritorno per tutti quelli che sentivano la mancanza del ‘war metal’ della band. Non si sono schiodati di un millimetro, i Bal-Sagoth, dal loro black metal ricco di melodie, di parti narrate e di suggestivi stacchi strumentali che hanno sempre caratterizzato i loro precedenti platter; brani lunghi ed articolati, impreziositi da un riffing di ottimo livello, costituiscono questo ultimo capitolo della saga: spiccano su tutte “Invocations Beyond The Outer-World Night”, “The Obsidian Crown Unbound” e “The Hammer Of The Emperor” mentre si rivelano davvero troppo prolissi e inconcludenti gli interludi strumentali, su tutti “To Storm The Cyclopean Gates Of Byzantium”. Un disco che appaggherà la totalità dei fan della band, che forse gliene farà guadagnare di nuovi e che sicuramente non farà cambiare idea ai detrattori. Il (buon) ritorno che ci si aspettava, insomma.
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