DRAGONLORD: BLACK WINGS OF DESTINY
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24/10/2005In attesa (ormai vana per ciò che mi riguarda) di un nuovo album dei Testament, Eric Peterson rimette mano ai suoi Dragonlord, band di lusso che diede alle stampe ormai quattro anni fa “Rapture”, gioiellino di black metal melodico fortemente influenzato dal thrash dei Testament e rafforzato dalla caratura tecnica della line-up, nella quale figurava Steve DiGiorgio, defezionario e sostituito da tale Derek Ramirez. “Black Wings Of Destiny”, notare l’originalità del titolo, prosegue a grandi linee sulla stessa strada, accentuando la componente più scandinava e relegando solo a pochissimi sprazzi le influenze americane; il che è davvero un peccato visto che ciò traghetta la band presso lidi sentiti e risentiti decine di volte, sentieri già battuti in precedenza (e meglio) da altre realtà ben più consistenti. E’ ardua impresa scovare un riff che non sia riciclato dai Dimmu Borgir o dagli Old Man’s Child, o dai bravi Anorexia Nervosa, nel marasma sinfonico supportato dalle tastiere fin troppo invasive di Lyle Livingston. Dove sono pezzi entusiasmanti del calibro di “Unholy Void”, “Born To Darkness” o “Judgement Failed”? Non ci sono, lasciano il posto a strimpellate di cinque/sei minuti che dimenticherete appena spento lo stereo. Da menzione solamente “Sins Of Allegiance”, “Mark Of Damnation” e la cover dei Mercyful Fate “Black Funeral”. Let’s face the fact: se non ci suonassero Peterson, Smyth e Allen i Dragonlord avrebbero avuto difficoltà anche solo a firmare un contratto.
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