MÖRK GRYNING: MÖRK GRYNING
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10/01/2006Ultimo (in tutti i sensi) album per i blackster svedesi Mörk Gryning, vera e propria cult band fin dall’esordio con “Tusen År Har Gått…” nel 1995, che diede l’addio alle scene qualche tempo fa ma che, sotto l’insistenza dei fan, ha deciso di incidere questo ultimo album omonimo per salutare degnamente tutti i suoi sostenitori. Ascoltando il platter diventa subito evidente la motivazione per cui il duo non è mai riuscito a fare il botto come si deve. I Mörk Gryning si rivelano fin dall’opener “Lazarus Rising” degli ottimi scopiazzatori dei Dissection, dai quali ereditano il gusto tutto svedese per le melodie, la ferale aggressività black metal mista alle ritmiche thrash e una impostazione vocale pressochè identica a quella del ben più celebre Jon Nodtveidt. I pezzi proposti da Goth Gorgon e Draakh Kimera sono anche ben fatti, rifiniti e in grado di accontentare qualsiasi appassionato di black metal svedese, il grosso problema è: alla luce di due perle tuttora attuali come “The Somberlain” e “Storm Of The Light’s Bane” (e in vista dell’imminente ritorno con “Reinkaos”), quanto senso ha dare retta all’album commiato di una band che finora non si è mai distinta per particolari meriti? E’ giusto riconoscere ai Mörk Gryning dedizione, passione e abilità musicale, ma oggettivamente un disco come questo è superfluo come e più di tanti altri riempitivi che affollano gli scaffali estremi del giorno d’oggi. Buono lo sforzo, peccato sia l’ultimo.
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