NECROART: THE OPIUM VISIONS
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16/11/2005Primo full length per i nostrani Necroart dopo un demo, un mini cd e un promo di quattro tracce, tutti prodotti ben accolti dalla stampa e dalla critica (stessa reazione che sta riscuotendo il qui presente “The Opium Visions”). I sei ragazzi, che possono vantare un’esperienza live piuttosto buona di supporto a gruppi come Vader e Rotting Christ, ci propongono un black melodico ricco di fughe strumentali e folk, che non affida quindi le divagazioni meno elettriche esclusivamente a pomposità tastieristiche ma si sforza di andare oltre inserendo strumenti ‘atipici’ come la fisarmonica; magnifiche a tal proposito le partiture dell’opener “The Crimson Minority”. I brani del disco, che toccano l’apice della qualità in corrispondenza della già citata opener, di “Le Fleur Noire”, “Pandemonic Opium Night” e la conclusiva “L’Inverno Dell’Anima”, mostrano una capacità compositiva piuttosto buona che purtroppo si inceppa in più di un’occasione. Le idee portate avanti dai Necroart sono validissime, non ultima quella di andare oltre la solita forma canzone (i richiami agli Opeth in questo senso si sprecano), ma soffrono ancora di un assemblaggio talvolta inconcludente nonostante degli arrangiamenti di alto livello. In parole povere, i Necroart rischiano di annoiare senza appassionare, senza farti dire ‘pesantuccio, ma adesso lo riascolto’. Questo tipo di scintilla, comune per band di un certo spessore quali possono essere gli Arcturus o gli stessi Opeth (ma si badi, stiamo parlando di sonorità distanti tra loro), con “The Opium Visions” non scatta. Ed è francamente un peccato. Non dubito comunque che la band saprà stupirci nel breve periodo, già con un eventuale prossimo lavoro.
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