THE MURDER OF MY SWEET: Echoes Of The Aftermath
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30/01/2017I The Murder Of My Sweet fanno un passo in avanti rispetto al precedente lavoro sia intermini di songwriting, sia in fatto di personalità. 'Echoes Of The Aftermath' si presenta come un lavoro più maturo se messo a confronto con i suoi predecessori. Un processo evolutivo che va di pari passo con la scrittura visto che lo stile del gruppo si assesta su coordinate più decise e definite. Rimarcata la componente sinfonica, infatti, la band dà alle stampe un disco compatto ed allo stesso modo elegante in cui, pur non brillando nè in originalità, nè in qualità, mette in piedi un lavoro degno di considerazione. A sostegno della base sinfonica ricorre come al solito la parte più melodica e di facile presa che la band non ha certo messo da parte, ma che suona un po' troppo ruffiana per risultare probabilmente il più trasversali possibili. Inevitabilmente, poi, il grosso dell'attrazione consiste nella presenza di Angelica Rylin la quale detta i tempi di ogni singolo brano, oscurando in parte anche la bontà degli arrangiamenti. La sua voce si manifesta imperante, potente e cristallina, lasciando il segno anche durante qualche passaggio a vuoto in brani non proprio entusiasmanti. A conti fatti i The Murder Of My Sweet migliorano di disco in disco, anche se lo fanno molto lentamente, a tratti in maniera quasi impercettibile come nel caso di 'Echoes Of The Aftermath', bel disco in cui finalmente emerge in modo chiaro l'anima del gruppo, ma ancora non complentamente.
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