SOILWORK: THE PANIC BROADCAST
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05/07/2010Quanto avevamo aspettato un disco dei Soilwork all'altezza dei tempi d'oro? Tanti anni. E' vero che l'ultimo Sworn To A Great Divide si rivelava un disco più che buono, migliore di quanto fatto in Stabbing The Drama (che continuo a ritenere comunque un lavoro più che sufficiente), ma si sentiva che mancava ancora qualcosa. Quel qualcosa era, contro tutti i miei pronostici, Peter Wichers, tornato all'ovile e a mio avviso fattore X nel rendere The Panic Broadcast il miglior disco dei Soilwork dai tempi di Natural Born Chaos. I Soilwork moderni sonno tutti qui, dalla melodia all'aggressività, ai titoli geniali (date un occhio alla tracklist), The Panic Broadcast è il riassunto perfetto per la band di Helsingborg, finalmente tornata lucida e oliatissima. Chi aspetta ancora The Chainheart Machine parte due, può tornare ai suoi dischi di dieci anni fa; ma chi ha le orecchie regolate bene ed è onesto, non potrà che riconoscere la bontà di questo lavoro. Ogni brano fa parlare di se, dalla furiosissima opener Late For The Kill, Early For The Slaughter (i veri fan riconosceranno la citazione) o King Of The Threshold alle melodie acuminate di Two Lives Worth Of Reckoning e, soprattutto, The Akuma Afterglow, forse il miglior brano mai scritto dai Soilwork e che si potrebbe definire all'americana come 'fuckin' epic'. Sono tornati. Non ce n'è per nessuno.
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