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ARCHITECTS: For Those That Wish To Exist

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24/03/2021
81


Genere: Modern Metal
Etichetta: Epitaph Records
Distro:
Anno: 2021

Mi ritengo un ascoltatore fortunato. Seguo gli Architects praticamente da inizio carriera (da quando arrivò, ormai molti anni fa, il promo del loro primo disco che mi piacque abbastanza), quando Sam e soci erano dei pischelli definiti un po' da tutti una copia riuscita dei Bring Me The Horizon. In realtà non ho mai capito il motivo di questo accostamento. Sono britannici, vero. Fanno, o hanno fatto per alcune parti della carriera metalcore ruffiano cavalcando la cresta del trend, comunque non comparabile. Hanno entrambi il gusto della sperimentazione e dell'avanguardia, e non hanno mai fatto due dischi uguali. Beh, ecco si, sono somiglianze importanti, ma mischiare così due band che sono delle istituzioni mi sembra irrispettoso verso entrambi. Gli Architects arrivano al nuovo disco nella loro seconda parte di carriera (la prima per quanto mi riguarda si è chiusa, tragicamente, con la morte del fratello di Dan dopo una lunga battaglia con il cancro, battaglia testimoniata nella dilaniante "C.A.N.C.E.R."), e forse si può dire che siano arrivati dove avrebbero sempre voluto. Con un'opera lunga e articolata composta da quindici brani alla band di Brighton riesce il gioco di prestigio perfetto, ossia mescolare metal, suggestioni pop e elettroniche, insomma il vecchio e il nuovo, senza pendere troppo da una parte o dall'altra. Se da un lato questo potrebbe risultare sfiancante e fin troppo eterogeneo per alcuni ascoltatori, va detto che il disco scorre comunque molto bene e permette di gustare al meglio le capacità della band inglese in tutte le sfaccettature che il disco ci propone. I brani deboli si contano sulle dita di una mano ("Animals", per quanto mi riguarda. Banale, ripetitiva e ruffiana per niente), e alcuni pezzi godono di featuring eccellenti, come "Goliath" con Simon dei Biffy Clyro, "Impermanence" con Winston dei Parkway Drive, e "Little Wonder" con Mike dei Royal Blood. Io sono un ascoltatore fortunato, li ho visti crescere. Ma alla fine siamo tutti fortunati, che possiamo goderceli ancora, alla faccia del destino crudele.

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