REVOLUTION SAINTS: Revolution Saints
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02/03/2015Quando ti trovi di fronte ad un progetto del genere con il coinvolgimento di Dan Castronovo (Journey, Hardline), Doug Aldrich (ex Whitesnake) e Jack Blades (Night Ranger), puoi incappare in un flop clamoroso, oppure gridare al miracolo. Togliamoci subito il pensiero e diciamo che qui gridiamo veramente al miracolo. Dopo averlo ascoltato su qualche canzone dei Journey, questo è il primo progetto come lead vocalist di Dean Castronovo, fenomeno dietro le pelli, e dopo aver ascoltato in questo disco possiamo dire anche fenomeno dietro al microfono. Su questo disco funziona proprio tutto, partendo dalla produzione (sempre opera insieme alle keyboard del nostro Del Vecchio), per arrivare al songwriting, alla musica. Immaginate di ascoltare i Journey con un po' di pomp-rock alla Night Ranger, il tutto condito con riffs taglienti alla Whitesnake: mescolando il tutto avrete i Revolution Saints. Musicalmente parliamo di un disco con la D maiuscola dove a parere dello scrivente sorprende parecchio in positivo Aldrich, qui veramente sfoggia una prova della sua tecnica con riffs potenti e melodici allo stesso tempo; il buon Jack Blades come al solito ci mette il suo tocco aiutando anche Castronovo sulle secondi voci. Andando ad analizzare le tracce singolarmente, sicuramente il primo singolo "Turn Back The Time" puo' già definirsi un classico, ma fin dall’opener "Back On My Trail" abbiamo la sensazione che il disco sia magnifico, ne è prova anche "You're Not Alone" (cantata a due voci con Arnel Pineda), ma anche pezzi come "Here Forever", "Dream On", "Better World". Insomma, siamo veramanete davanti ad un "classico" che sarà ricordato negli anni. E complimenti alla Frontiers per questo ennesimo centro.
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Jan 6
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