PYRAMAZE: IMMORTAL
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16/08/2008Il vero colpo di scena dell'inverno scorso l’avevano realizzato i danesi Pyramaze assoldando tra le proprie fila lo statunitense Matthew Barlow, storico singer degli Iced Earth che aveva lasciato la band dopo la catastrofe delle torri gemelle per cercare lavoro nel dipartimento di difesa americano. Così dopo sette anni di silenzio Barlow torna a dedicarsi alla musica e, come era facilmente intuibile, dopo pochi mesi rientra in pianta stabile nella band di Schaffer. Quello con i Pyramaze diventa così un amore passeggero, una fugace collaborazione che valorizza i contenuti di questo 'Immortal' grazie ad una prestazione vocale di spessore, ad una timbrica ed un’espressività degne del tempo che fu. Il sestetto capitanato da Michael Kammeyer imbastisce così un disco di Power Metal che alterna alle chitarre aggressive a là Schaffer, neanche a dirlo, dei fraseggi di delicatissima melodia, palcoscenico per le tastiere dell’abile Jonah Weingarten. Nascono così episodi intensi come "A Beautiful Death", un gustoso mix di rabbia e melodia, l'opener "Year Of The Phoenix", di stampo classico ma dall'infallibile refrain, e la clamorosa ballad "Legacy In A Rhyme" dove la voce di Barlow, con l'immancabile piano al seguito, torna a mettere a dura prova la nostra pelle d'oca. Nonostante il quadro risulti perfetto, corredato persino da una produzione esemplare, al platter manca il feeling necessario per farci gridare al capolavoro. I brani si susseguono l'un l'altro nella loro perfezione senza lasciare traccia, tra passaggi prog-oriented e chrous quasi a là Blind Guardian" che non dicono granchè di nuovo, lasciandosi alle spalle una spiacevole sensazione di freddezza. Questo 'Immortal' è un signor disco, suonato in maniera inecepibile dai Pyramaze con il ritorno di un Barlow in gran forma a dare manforte al tutto. Gli appassionati del genere sapranno gustare questo prodotto al quale però manca davvero quel qualcosa in più per farsi ricordare, per renderlo unico. Immortale.
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