PYRAMAZE: Epitaph
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27/12/2020I danesi Pyramaze sono ormai giunti al sesto full-lenght nell'arco di tre lustri, periodo che ha visto avvicendarsi ben quattro vocalist. L'attuale titolare del microfono, presente dal lavoro precedente, ci consegna una prestazione valida e adeguata al genere. Dopo una breve intro, l'incipit della vera e propria traccia iniziale promette bene con il suo chitarrismo solista drammatico e coinvolgente. Ma basta arrivare al chorus per cominciare a capire cosa non va in questo lavoro: I ritornelli sono senza eccezione scontati ed eccessivamente melensi. L'esordio pare anche essere stato un momento di rara e felice ispirazione, momento che non pare riproporsi troppo di frequente. Il riffing, corposo, è però monotono, atto a creare quel senso di (apparente) pesantezza di cui fin troppi si avvalgono in assenza di un rifframa sufficiente interessante. Le tastiere e occasionalmente la chitarra solista creano gradevoli melodie, insufficienti però in assenza di un po' più di sostanza musicale. Intendiamoci, il lavoro non è sgradevole, piuttosto il contrario, fin troppo. Non presentando quasi alcuna sfida all'ascoltatore, scorre via, indolore per lo piu, come musica da ascensore, nonostante il costante riffeggiare quasi metal. Un decente esempio di power/flower metal/rock.
Fdrulovic
08/07/2022, 17:51
Accidenti che stroncatura... Io non so o un loro abituale ascoltatore perché più orientato a sonorità death o black, però devo dirti che nel novero delle band prog/metal/flower-power come dici tu, loro hanno un perche. Comunque hanno un loro stile, li riconosci subito, hanno la capacità di comporre in maniera catchy e sanno anche suonare. Dimenticavo anche un buon vocalist. Per cui per me valgono un po' di più. Ma ovviamente rispetto i gusti del recrnsore