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MOURNING BELOVETH: A DISEASE FOR THE AGES

data

18/05/2008
55


Genere: doom
Etichetta: Prophecy Productions
Anno: 2008

Quante assurdità (eufemisticamente parlando) ho letto su questo disco. A parte i soliti che per la fretta sui ascoltano i primi due minuti della traccia n°1 e poi scopiazzano quello che trovano scritto da altri su Internet, vi sono parecchi che non hanno avuto il coraggio di dire le cose come stanno. Questo disco è una noia mortale, non ha mordente e non è né carne né pesce! Gli irlandesi Mourning Beloveth hanno sempre avuto una critica piuttosto compiacente durante tutta la loro attività, vuoi forse per la loro provenienza geografica che da sempre desta una certa "simpatia", vuoi per altri motivi che ignoro. 'A Disease For The Ages' è proprio un segno di una malattia ben radicata all'interno del DNA del gruppo, che si appresta anche in questa occasione a fare un disco basato su ritmi di batteria scontatissimi, quasi assenza di riff di chitarra in favore di accordi aperti (che per quasi l'ora di durata del disco risultano alquanto soporiferi), un senso di claustrofobia generale non catalizzata a dovere (in favore di un più sano funeral doom) che rompe le palle quasi subito. Per carità il giocattolo è bello a vedersi e costruito bene, ma pecca di idee originali alla sua base, per cui perde subito la sua funzione e finisce nel dimenticatoio. E c'è ancora chi (per ignoranza in materia o perché è convinto che nel metal si debba per forza seguire lo stile dell'album di esordio) continua a etichettarli come death/doom metal? Magari aggiungo io, ma non c'è accenno alcuno ad accelerazioni di sorta, e di aggressività nemmeno l'ombra, poi magari qualcuno definisce "death" qualcosa solo per l'utilizzo dei grunts... Oltretutto una tracklist di cinque canzoni per 55 minuti e rotti di martellate negli zebedei è un po' tanto... Doom? Death/doom? Non è questo il problema, la vera pecca di questo disco è che non ha effetto alcuno sull'ascoltatore, se non quello di generare noia, ma questo non è bene per nulla, poi fate voi...

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