KORPIKLAANI: Jylha
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19/03/2021Tornano a farsi sentire, a distanza di tre anni dal precedente capitolo, i finlandesi Korpiklaani. Il sound dei nostri è un folk con striature metal che, negli anni ,si sono fatte via via più rade. Jylhä non fa differenza, ma resta in noi, durante e dopo l’ascolto, una sensazione di malinconia, riflessione certamente più profonda, seppur vagamente “festaiola”, che non lascia quella sensazione di superficialità respirata nel recente passato. Sarà il periodo poco gioioso, saranno i tre anni di tempo dal passato lavoro, ma è il risultato è decisamente convincente. Non mancano le ritmiche serrate, ma l’interpretazione degli artisti è rabbiosa, graffiante ed autentica nell’intercedere pagano. Non ci sono fuochi a cui dedicarsi con danze, ma solo ricordi, a cui rivolgere un nostalgico sguardo. I pezzi si susseguono, impreziositi dalle consuete fisarmonica e violino, così da dare dinamicità ed adrenalina folk. Il verbo dei Korpiklaani è un marchio ormai immodificabile, ma il lato più autentico e mitologico dei finnici qui prende piano, così che la sensibilità che si pensava perduta tra un bicchiere di alcolici vari e l’altro, riaffiora. Non pensate ad un miracolo, ad una rivoluzione, ma resta un lavoro sincero, suonato egregiamente ed anche prodotto con schiettezza. Sarà la mestizia del momento storico poco gioioso, ma Jylhä colpisce per profondità e voglia di riflessione.
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