HOTWIRE : DEVIL IN DISGUISE
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30/08/2006Tra le tante sorprese positive di questo 2006 in corso mi sento in obbligo di segnalare, almeno ai vari amanti delle sonorità hard-rock e limitrofe, il disco numero quattro dei teutonici Hotwire, intitolato "Devil In Disguise" e rilasciato sul mercato tramite Century Media. Per tutti coloro che avessero poca familiarità con la musica del combo germanico, cercate di immaginare un'ipotetica amalgama di sonorità a là Gotthard, Jaded Heart e Bonfire, impreziosite al proprio interno da inserti musicali di natura quasi AOR e, dulcis in fundo, enfatizzate a dovere da una produzione di grande spessore. Ed è proprio questo elemento che permette alla musica contenuta nel cd di prendere letteralmente il volo, rendendo avvolgenti e assolutamente piacevoli le marcate linee melodiche dissipate tra i vari brani. I crediti di questo ottimo lavoro in fase di produzione vanno al bravo Chris Lausmann (ex-Bonfire), già distintosi per il proprio operato all'interno degli albums dei Jaded Heart e capace, incredibilmente, di rendere la nuova uscita di casa Hotwire assolutamente competitiva per quanto concerne la qualità del sound in essa contenuta. Quanto sin qui detto, infatti, può essere confermato dalla camaleontica veste assunta dalle varie composizioni, nate chiaramente sotto un songwriting di chiaro stampo europeo ma capaci di assumere, incredibilmente, richiami attitudinali di tipica derivazione americana, caratteristica già intravista in particolare nei già citati Gotthard e Jaded Heart. Le undici tracce del lavoro in questione, divise equamente tra momenti granitici e romantiche ballads strappacuori, vedono al proprio interno anche la presenza di due cover, precisamente identificate nella godibile "Hot Love" di Marc Bolan (la cui versione made in Hotwire richiama senza mezzi termini analogie con le storiche sonorità dei Def Leppard) e "Ride The Night Away", un solare e rockeggiante episodio scritto originariamente dalla coppia Van Zant/Jordan. La qualità media di tutte le tracce, inoltre, si assesta senza dubbio su livelli medio/alti, restituendo così un risultato finale degno di attenzione per tutti gli amanti delle sonorità hard intrise di melodia. Non mi sento di aggiungere altro su "Devil In Disguise", un cd che merita indubbiamente un ascolto per le diverse qualità sin qui enunciate, e che spero riesca a ritagliarsi il dovuto spazio all'interno dell'odierno ed affollato mercato discografico. Bravi Hotwire, i complimenti vi sono assolutamente dovuti.
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