SUNSET: I.H.R.

Proporre hard-rock con testi in italiano, si sa, è da sempre una delle sfide più difficili da affrontare per le tante bands di ieri e di oggi provenienti dal bel paese, una prova superata solo da coloro che hanno saputo dimostrare di padroneggiare con autorevolezza una lingua non facile da adattare ad un genere che, nella sostanza, sembra da essere essere stato concepito sulla madrelingua di stampo britannico. In questo quadro i Sunset si inseriscono nella frangia di coloro usciti a testa alta da tale non semplice battaglia, coinvolgendo già ad un primo impatto nell'ascolto dei brani contenuti in 'I.H.R.' (acronimo di "Italian Heavy Rock"), il tutto grazie ad un gusto strumentale tutt'altro che scontato per una band all'esordio discografico, il cui punto distintivo viene senza dubbio individuato nella voce di Simon Locatelli. Il singer nostrano, infatti, nonostante una prova tecnicamente non sempre impeccabile, dimostra di essere in possesso del giusto carisma per far uscire al meglio lo spirito tipicamente tricolore della musica contenuta in I.H.R., la quale mi ha riportato alla mente alcuni dei momenti migliori dei primi Litfiba, e ciò in particolare per il lavoro sempre in prima linea delle chitarre di Alberto "Rot" Rudoni. 'I.H.R.' rappresenta in sostanza un valido esordio per un gruppo dalle valide potenzialità, il quale in futuro dovrebbe riporre magari un'ancora più meticolosa attenzione alla fase di mix generale delle varie tracce, il tutto per estrapolare un sound più incisivo in particolare per la sezione ritmica. Un appunto comunque nei confronti di un dischetto riuscito, che sa intrattenere piacevolmente anche nel goliardico finale rappresentato dalla traccia "Kimi Ga Suki DaTo Sakebitai" (sigla giapponese del noto manga nipponico 'Slam Dunk').