SILENT VOID: PARANOID SUPERHERO
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16/06/2008Senza pretese i bergamaschi Silent Void, mettono insieme in assemblato di clichè e altre cose una più scontata dell'altra in una serie di brani di scarsa ispirazione e di scarso contenuto, fatta forse eccezione per la più pacata "Lost". I loro punti di riferimento sono innanzitutto l'hardcore più melodico (vedi la quantomeno onesta "Dogma" o la title track, forse la migliore) e gommoso (più o meno tinto di metal a seconda del tiro che si vuol dare al brano), il rock più monocorde e patinato che va facilmente in classifica, e qualche briciola facilotta presa in prestito dai Foo Fighters. La melensa "World never change", oltre a suggerire già il primo enorme problema dei pezzi, l'eccessiva durata (3-4 minuti sono decisamente troppi per brani del genere, che potrebbero tutti esaurirsi in un paio di minuti e qualcosa) è anche il sintomo di una scena (quella hardcore-metal-mercificata... e neanche voglio pronunciare il termine "emo", perchè penso sia una invenzione pura) che è completamente allo sbando, e non si salva nulla, ne i vertici modaioli, ne chi aspira a quello status di fama (e inconsistenza), perchè è innegabile che in quest'album i requisiti per fare successo (facile) sono stati inseriti (forzatamente) tutti, e il risultato è piuttosto fastidioso. Ma la mia non è una petizione di principio contro la musica plastificata e di aspirazione mainstream e ultra-teenageriale, ma una semplice constatazione del nulla che l'album in questione è in grado di aggiungere ad una scena che ha già sviscerato abbondantemente ogni minima sfaccettatura della formula, usata, logorata e ormai già vecchia, tranne che per gli ultimi arrivati o per chi in questi anni ha dormito. Poi possiamo constatare altri difetti altrettanto concreti come la lunghezza dei brani, l'eccessiva ridondanza dei ritornelli, i coretti, l'abuso del controcanto, nonchè la piattezza inappellabile del dualismo melodico/emozionato-tirato/incazzato dalla quale si prova ad uscire con espedienti di scarsa riuscita, come il finale ballabile di "Murder Party".
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