DARK LUNACY: THE DIARIST
data
25/11/2007Sono passati tre anni dall'interessante 'Forget - Me - Not', ed eccoli di nuovo qui, i Dark Lunacy, una delle più interessanti realtà metal europee (dire italiane a questo punto sarebbe oltremodo riduttivo). Qualora servissero delle presentazioni, il combo emiliano è dedito a un sound catalogabile nel Melodic Death di scuola scandinava, quello dei Dark Tranquillity per capirci, con un gusto melodico molto decadente e gotico. I Dark Lunacy, nel loro immaginario concettuale, si sono sempre rivolti all'iconografia e alla cultura russa, infatti anche 'The Diarist' non è da meno. L'album rappresenta un vero e proprio diario dei 900 giorni di resistenza sovietica durante l'invasione nazista (1941-1944). Musicalmente la crescita che si presagiva già dal lavoro precedente c'è stata: il riffing è notevolmente migliorato, sia nella tecnica (aspetto comunque non fondamentale nella musica dei Dark Lunacy) che nella ricercatezza e nell'efficacia, e il gusto melodico dell'intero lavoro è quanto mai gotico, decadente e maestoso, con ispirati e semplici fraseggi di chitarra circondati dalla triste aura melodica del pianoforte. Ma la cosa che maggiormente colpisce dell'album è la sua cupezza. Il sound è diventato più aggressivo, perdendo in parte quella sua aura vagamente dark, ma anche più triste. E brani come la struggente ballad "One Memory's White Sleigh", con inserimento di voce femminile, tra l'altro, rende bene questo aspetto, rende bene l'anima dei Dark Lunacy. Ma come già detto, qusto album è anche maestosità, e l'inno "The Heart Of Leningrad", insieme alla dura e marziale "Motherland" ne sono ottima testimonianza. Un album stupendo, decadente e melodico ma capace di far male, al momento giusto. Un'indiscutibile conferma di qualità da una band che meriterebbe molto più di quanto raccolto finora.
Commenti