IN FLAMES: Sounds Of A Playground Fading
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24/07/2011Se il precedente album 'A Sense Of Purpose' riusciva ancora a fare da collante tra le due schiere di fan della band svedese, i nostalgici ancora con il cervello inchiodato a 'The Jester's Race', e chi avverte bollori orgasmici dopo ogni "mutamento" e sfumatura moderna del quintetto, questo 'Sounds Of A Playground Fading' traccerà sicuramente una linea netta tra le due fazioni: i primi lo bocceranno di netto, i secondi lo ameranno visceralmente. Noi per fortuna ci ritroviamo in questa seconda fascia. Il disco è onesto, diretto, guarda in avanti e non strizza l'occhio nè a destra, nè a sinistra. C'è poco da discuture, analizzare, martellarsi i neuroni e le palle nel tentativo di capirci qualcosa in più, di farsene una ragione sulle scelte stilistiche degli In Flames perchè Friden e compagnia sono partiti da molto lontano prima di arrivare a questa nuova incisione. Non si tratta di un improvviso cambio di rotta, ma della naturale evoluzione di un gruppo che sfida sé stesso e si preoccupa molto poco della reazione di critica ed ascoltatori. Quindi cosa aspettarsi da 'Sounds Of A Playground Fading? Cambiata etichetta, via Stromblad per motivi personali, gli svedesi puntano dritto alla melodia strafottendosene di tutto il resto. Se le strutture dei brani alla fine si somigliano un po' tutte, a guidare le danze sono i ricami di chitarra e le melodie micidiali inferte nei ritornelli, le aperture dei synth e la "solita" elettronica sparsa qua e là lungo il disco. Ma ad incidere ancora di più sulla sua qualità è la tendenza, ora più marcata che in passato, ad insistere piacevolmente su un'emotività più malinconica piuttosto che su quella energica e rabbiosa come piace tanto alla maggior parte dei metallozzi che certamente lamenteranno un'ammosciamento generale del suono versando lacrime con una copia di 'Whoracle' tra le mani. Produzione spettacolare e Friden in super forma fanno il resto, consegnadoci un disco coraggioso che rappresenta a tutti gli effetti una nuova era, come ben suggerisce la bellissima "A New Dawn" posta quasi nel finale. Qualcosa da rivedere c'è come nell'impianto ritmico, probabilmente un po' troppo ripetitivo, ma il trasporto è tale da relegarlo in secondo piano. Questi sono gli In Flames oggi, prendere o lasciare. E noi, onestamente, prendiamo.
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