DARK LUNACY: Weaver Of Forgotten
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24/11/2010Ritorno in grande stile dopo un po' di casini accaduti a Mike all’interno della band. Finalmente ha potuto riprendersi ciò che era suo: rispettando, se così possiamo dire, sia i fans, si sé stesso e il nome della band riformandola con un’ottima e affiatata lineup, e senza perdere lo spirito puro che da sempre lo contraddistingue. Tante le novità oltre alla formazione. Dal lato musicale Dark Lunacy è cambiato tantissimo, sviluppando un ottimo concept dedicato “ai defunti, e alla poca memoria cui dedichiamo loro in quanto troppo impegnati passivamente dallo spirito di sopravvivenza” attraverso un animo sia metal, sia rock. Non mi è dato sapere grazie a chi, ma immagino che avendo una line-up così, e con un musicista come Claudio alla chitarra che comunque è la persona della formazione più fuori dal metal, si spiega perché 'Weaver Of Forgotten' suoni oscuro e caldo, e con un piglio, come dicevamo, più rock. Come ogni buon disco che si rispetti anche il lavoro in questione pone in evidenza una cura degli arrangiamenti stupenda. Poi si sa, parlando dei Dark Lunacy sappiamo la prima cosa che desideriamo qual'è. Il trademark della band c’è sempre: stavolta sono due violini, una viola e un cello a condire il già prelibato piatto di Mike. Oltre un flauto e un corno inglese. Strumenti che considerato il concept danno ancor più un sapore antico e mistico. È difficile descrivere 'Weaver Of Forgotten'. Nell'incedere sofferto, ma forte di "Snow", nell’epica "Sybir" o nel brano d’apertura "Arcangel’sk", brano a mio avviso di punta dell’intero lotto, troviamo un unico punto in comune. Passione tangibile, struggente armonia: la consapevolezza di aver creato ancora una volta qualcosa di grande, e soprattutto mai quanto ora, da scoprire col tempo, senza fretta.
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