DARK LUNACY: THE DAY OF VICTORY
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01/05/2014Erano anni che aspettavamo (per lo meno chi scrive) il ritorno dei Dark Lunacy. Ne è passato di tempo e ne sono accadute di cose, tra cui un rimpasto totale nella line-up, col solo Mike rimasto dietro il microfono, un'intensa attività live, soprattutto in Sud America, testimoniata dal 'Live in Mexico City'. Gli emiliani non si smentiscono, 'The Day Of Victory' è ancora incentrato sulla Russia, come gli altri dischi, e al pari di Albano, Toto Cutugno e Leningrad Cowboys anche i Dark Lunacy possono vantare una collaborazione con il coro dell'Armata Rossa, presente in vari brani del disco. Superata l'intro, ci troviamo di fronte al nuovo sound dei DL: un death melodico sempre meno debitore della Svezia e sempre più personale, compatto, con ritmiche imprevedibili e melodie dal sapore slavo nei bridge, con il Coro dell'Armata che rende il tutto a dir poco epico ("Red Blocks") con spazio per qualche inaspettato – e poco sensato, diciamolo – breakdown (la già citata "Red Blocks", "From The Don To The Sea"). Il vero segreto di questo disco sono le melodie, stavolta grandiose, epiche e in un certo senso dense di una malinconia non decadente, piuttosto conscia di una sconfitta interiore nella vittoria ("The Dicemberists"), sottolineate dalla potenza orchestrale dell'Armata ("The Victory"), marcate da balalaika e fisarmoniche. Un disco grandioso nella sua imperfezione, potente ed epico come la Madre Russia, un monolita di puro acciaio di Leningrad, immobile e imponente.
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