BEJELIT: YOU DIE AND I...
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24/04/2010Quattro anni di silenzio, lavorando e pianificando un ritorno che volevano il più perfetto possibile. Senza legarsi alle ristrezze temporali di un lavoro in uno studio "esterno", senza il bisogno di dover dimostrare di essere ancora in careggiata dopo un altro cambio di line up. Hanno voluto agire così i fratelli Capone, non Al e Jack ma Sandro e Giulio entrambi titolari degli Old Ones Studio dove lentamente ha preso vita questo nuovo album intitolato 'You Die And I...'. Un'uscita che anche solamente a parole ha valso i suoi frutti, grazie al clamore generato dal rientro in line-up del cantante originario Fabrio Privitera (questo senza nulla togliere all'operato di Tiberio Natali su 'Age Of Wars', intendiamoci) e dal contratto discografico firmato con la nostrana Punishment 18, la quale per la prima volta si propone con un disco di stampo "Power". Solo di stampo però, perchè facendo fagotto di quanto imparato con i due album precedenti i Bejelit aprono ulteriormente i loro confini non solo per quanto riguarda le liriche, non più basate sul anime di Berserk, ma verso una visione più aperta della propria proposta musicale che ora va spensierata a braccetto con il Thrash, l'Hard Rock, quindi verso incursioni (brevi!) elettroniche e via verso brusche sferzate sinfoniche. Un risultato questo frutto di grande maturità appresa dal combo, che ora stupisce con la grinta di brani, oserei dire inaspettati, come "She's Lying 6ft Under" e "2K12 Nails" e con il tiro di brani più "catchy" come "Saint From Beyond" e "Shinigami", dove per la prima volta sentiamo un piccolo cameo al microfono del chitarrista Daniele Genugu. A fronte di queste canzoni stupisce la scelta di lanciare come singolo, mesi addietro, la sofisticata "Death-Row", dove il quintetto mette a ferro e fuoco un brano elaborato, guarnito da fior fior di inserti orchestrali, ed allo stesso modo stupiscono la ballad "Goodnight My Shade", accompagnata da un flavour a là Sonata Arctica del quale non si sentiva poi il bisogno, e la conclusiva "Orfeo 10", che suona così intrigante nel suo evolversi. Un lavoro del quale i Bejelit, e a maggior ragione i loro fan, non possono che dirsi soddisfatti, oserei dire. 'You Die And I...' suona ricco di personalità e di "cose da dire" che il quintetto di Arona ci sbatte sul muso senza troppi complimenti. Ad averne così...
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