JOE STUMP: The Dark Lord Rises
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08/12/2015Joe Stump è un personaggio assai conosciuto all'interno del circolo dei cultori della sei corde specie per quelli che prediligono il genere strumentale neo-classico; le sue qualità straordinarie sono servite a inserirlo tra i migliori dieci shredder di tutti i tempi così come sentenziato dalla rivista specializzata Guitar Hero. Tuttavia, al di là della presenza in questa particolare classifica, la sua carriera musicale è sempre vissuta di luce riflessa, iniziata nel 1993 quando mostri sacri come Malmsteen e Vinnie Moore avevano già ormai espresso il meglio del loro repertorio. Circa venti dischi (questo è il decimo da solista) che non hanno lasciato il segno, francamente ci rimane oscuro il motivo per cui una storica etichetta discografica come la valente Lion Music dia ancora corda ad un musicista tanto talentuoso a livello di tecnica individuale quanto carente in termini di idee a cui purtroppo non fa eccezione questa sua nuova fatica. I riff appaiono superati (li possiamo tranquillamente reperire nei trentennali 'Rising Force' e 'Marching Out'), la ritmica spesso monotematica serve esclusivamente a preparare il terreno al succedersi delle scale minori nella tipica dirompenza malmsteeniana; oltretutto Joe, quando occorre, non si fa il mimimo scrupolo nell'andare a scopiazzare Sir Blackmore del periodo rainbowiano ("The Black Knight Return") a sua volta fonte di ispirazione dello stesso Yngwie. Bastano i primi quattro/cinque brani a farci sopraffare dalla stanchezza dato che oltre al continuo sbrodolìo di inutili funambolismi il lavoro, come tutti gli altri usciti a marchio Joe Stump, è totalmente privo di parti cantate. L'imbattibile velocità esecutiva unita ad una bella dose di grinta e un'eccezionale pulizia nel tocco non servono assolutamente a niente quando il flusso delle note risulta derivativo e, fatto ancor più biasimevole, del tutto incapace di offrire emozioni.
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