BEJELIT: Emerge
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21/03/2012Quarta fatica per questi power metallers provenienti dal Lago Maggiore che per l'occasione si avvalgono anche di strumenti prettamente folkloristici per dare maggior corpo e intensità alle loro composizioni. L'obiettivo di dare una certa teatralità musicale nella proposta è deciso e, al contempo, intrigante. Anche la prossima loro partecipazione ad uno slot del tour europeo dei Rhapsody Of Fire può e deve essere un banco di prova importante. Si parte bene con la tirata "The Darknest Hour", buona potenza e bell'apertura su un inciso dolce e melodico, buona la prova dell'ugola Fabio Privitera anche se denota qualche insicurezza sulla pronuncia inglese. Figlia di Turilli e Straropoli è "Don't Know What You Need", bella cavalcata con tanto di ritornello in stile. "Dancerous" è tremendamente Sonata Artica e Stratovarious, l'apporto delle tastiere dona il pathos creato e tanto caro delle band di cui sopra. "Triskelion" è un tributo alla Trinacria, un originale e intrigante tempo utilizzato, folk siculo misto a power. "Fairygate" e "The Defending Dreams Battle" sono da vedersi come un'unica opera che narra una leggenda del Lago Maggiore, molto Royal Hunt come incisi, veramente bella. Molto Rhapsody la suite Deep Water", veramente intricata e varia. Un disco assai completo e complesso, ci vogliono più ascolti affinché tutte le melodie e parti strumentali entrino nella testa dell'ascoltatore, e se ci si dedica tempo e attenzione, ci si accorgerà di avere tra le mani un signori disco fatto con cuore e sudore, tecnica e malizia.
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