BATHORY: Nordland I
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19/05/2009Dopo aver navigato i mari del black metal, anticipato la corrente del viking e oltrepassato discretamente lidi thrash, Quorthon, ritorna al suo caro e vecchio metal. Quello massiccio, dai toni pomposi, freschi, un ineluttabile ritorno alle sue prime forme di musica: addio al black che lo ha reso capostipite, senza dimenticare gli altri grandi nomi, e un gradito bentornato al classico heavy roccioso e epico, stavolta limato, più definito. Originariamente doveva essere una storia suddivisa in quattro dischi, poi causa morte di Quorthon, ne furono rilasciati soltanto due, a distanza di un anno. Nota di alto merito per l’acustica "Ring Of Gold", in cui per la prima volta il singer si lascia andare in una voce pulita superba, una prova indimenticabile: e la canzone non è da meno, trascinante per il suo bel giro di chitarra, dolce e sognante. Piazzata lì in mezzo, non fa che aumentare stranamente la dose di adrenalina in fase di ascolto, nell’attesa che un’altra colata di riff ci cadano addosso. I brani portano con sé tutti la medesima struttura, senza mai scadere di qualità. Ritmi cadenzati, testi totalmente dediti al mondo viking e fantasy se vogliamo (dai Bathory prendono spunto tanti, ancora oggi). "Great Hall Awaits a Fallen Brother" è quella con un leggero tocco thrashy, assieme a "Broken Sword", rendono il piatto più appetitoso, variando un po’ il tema del disco in generale. Il primo capitolo, di una saga purtroppo mai conclusasi effettivamente, è in definitiva un lavoro da avere, quantomeno per capire il genio di Quorthon, la summa del suo pensiero in ambito, con una produzione più all’altezza della situazione, visto che le ULTIME precedenti esperienze godevano di suoni non proprio eccellenti. Ma se troviamo dei difetti in queste cose, allora non siamo proprio pronti ad addentrarci nell’universo Bathory.
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