ARCTURUS: THE SHAM MIRRORS
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06/07/2002Gli Arcturus non sono di questa terra: è la conclusione inevitabile a cui si giunge al termine dell'ascolto di questo capolavoro. Ancora una volta Sverd e compagni danno fuoco alle polveri e sfornano un disco che si staglia maestoso sulla nullità di molto del metal attuale; dopo il regale e raffinato black sinfonico di "Aspera Hiems Symfonia" e il prog-gothic malato ed assurdo de "La Masquerade Infernale", i norvegesi si buttano nel prog metal avantgarde di questo nuovo disco e lo fanno con una fantasia ed una maestria compositiva che non ha eguali.
Molti hanno sottolineato, sbagliando, come questo disco sia inferiore a "La Masquerade Infernale"; in realtà i due dischi non sono confrontabili dove "La Masquerade" cercava di scavare nell'assurdo dell'animo umano,"The Sham Mirrors" è un puro di concentrato di emozioni, un disco quasi da luce alla fine del tunnel.
L'album si apre con "Kinetic" dove su un tessuto prog metal Garm canta in maniera sublime e la band mette in luce la direzione musicale del disco: sperimentazione totale, dove prog, industrial, musica elettronica e classica convivono senza problemi. "Nightmare Heaven" è in questo senso esemplificativa, ma in più aggiunge uno sconvolgente intermezzo trip-hop da brividi, che si apre in un finale classicamente metal con Garm che canta come un vero metal screamer! "Ad Absurdum" come recita il titolo è un pezzo volto a rappresentare l'assurdo, ma che si conclude con una coda finale che sembra evocare il mormorio dell'universo. Ma questo "Sham Of Mirrors" è una fucina di sorprese e la band continua a stupire con "Collapse Generation" una sorta di sinfonia metal che ci porta sopra un fiordo norvegese in mezzo ad un ipotetica tempesta e con "Star Crossed" che richiama fortemente la depressione malata de "La Masquerade" con atmosfere da teatro dell'assurdo e con Sverd assolutamente supremo al piano.
"Radical Cut" è l'unica concessione al passato black metal (alla voce troviamo Ihsahn dei compianti Emperor) ma sempre in un ottica prog sinfonica. Altri si sarebbero fermati qui, ma non gli Arcturus che pigiano il piede sull'acceleratore e sfornano l'enorme "To End And Yet Again: 12 minuti di pura magia dove la maestria compositiva di Sverd, la passionalità di Garm e la straordinaria bravura batteristica di Hellhammer sfiorano l'assoluto; un brano dove la band tocca tutte le sfaccettature dell'Arcturus sound e che si conclude con un finale epico da brividi e che lascia senza fiato.
Non ci sono parole per descrivere un tale capolavoro, forse il modo migliore per rendere l'idea è dire che se c'è un disco che fa terra bruciata intorno a se questo è "Sham Of Mirrors"; ci è costato 5 anni di attesa, ma ancora una volta gli Arcturus ci hanno regalato una porzione di magia in musica che altri si limiteranno solo a copiare ed ammirare.
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