ARCTURUS: SIDESHOW SYMPHONIES
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22/10/2005"Sideshow Symphonies" è il disco della verità per gli Arcturus: se fino a tre anni fa Sverd e C. erano degli "outsiders" per i quali il grande pubblico non nutriva particolari aspettative, con "The Sham Mirrors" la band norvegese è diventata una piccola celebrità in ambito metal ed eretta a paladina dell'avantgarde-black-norse. Anche questa volta gli Arcturus si sono assunti tutti i rischi del caso, giocandosi l'intera posta per un paio di carte: l'abbandono di Garm voce e nota carismatica della band, sostituito prima da Øyvind Hægeland, poi, in via definitiva, da ICS Vortex (ex Borknagar ora nei Dimmu Borgir), un contratto nuovo di zecca con la Season Of Mist, infine una nuova immagine da pirati dello spazio e una veste sonora ancora una volta riveduta e corretta. "Sideshow Symphonies" è un'opera che rinuncia all'opulenza compositiva-sonora di "The Sham Mirrors", così come (a parte "Demon Painter") risulta lontana dalla follia de "La Masquerade Infernale"; questo nuovo cd degli Arcturus è come un viaggio nello spazio in balia di un astronave senza piloti: Sverd e C. non fanno nulla per venire incontro all'ascoltatore, ma ancora una volta non si potrà resistergli. Fin dall' iniziale "Hibernation Sickness Complete" si capisce come gli Arcturus abbiano deciso di non replicarsi, ma per l'ennesima volta di sfidare il proprio stesso mito: le tastiere di Sverd sono sempre protagoniste ma lasciano molto più spazio ad architetture chitarristiche molto elaborate, mentre quegli elementi elettronici che "The Sham Mirrors" sfoggiava orgogliosamente sono scomparsi, a cavalcare il proscenio (occasionalmente accompagnta da vocals femminili), però, è la voce di ICS Vortex: insana, quasi cantilenante, ma dotata di una liricità unica. In ogni caso citare i brani di questo "Sideshow Symphonies" sarebbe inutile, questo disco appare come un corpo unico, sicuramente come il più omogeneo stilisticamente parlando dai tempi di "Aspera Hyems Symphonia"; la qualità è ancora una volta altissima, così come l'esecuzione strumentale è da capogiro, ma questa volta non si raggiunge la perfezione come nei precedenti dischi del gruppo. Il songwriting di Sverd appare indirizzato a replicare una sorta di "Terrestrials (disco capolavoro degli Atrox) made in Arcturus", ma il tutto sembra pensato ancora per la voce di Garm, col risultato di non sfruttare del tutto il talento di Vortex. Ne esce fuori un disco molto affascinante, ma molto uniforme dove Vortex si trova spesso a fare le veci di Garm e dove sembra che alcuni ingranaggi debbano essere oliati per creare un nuovo capolavoro. Nessuna paura si tratta di un disco superlativo e che dopo molti(ssimi) ascolti amerete, ma si sente che questa volta gli Arcturus non hanno pienamente centrato il bersaglio e che il viaggio intrapreso con "Sideshow Symphonies" e solo la prima tappa di un lungo cammino.
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