AND THEN SHE CAME: And Then She Came
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10/08/2016C'erano una volta i Krypteria, forti anche di un contratto con la Roadrunner. Oggi Ji-in Cho ed alcuni membri della band originaria tornano sulle scene con un nuovo monicker, un nuovo album, ed uno stile in pratica stravolto. Se da un certo punto di vista è da apprezzare il volere rimettersi in discussione senza percorrere strada già battute in passato, d'altro canto è pur vero che gli And Then She Came non riescono a convincere pienamente. Il loro alternative rock/metal moderno si presenta solido e ben strutturato, i suoni godono di un grado di "pulizia" e di efficienza fuori dal comune, ma le canzoni scorrono via piatte, lasciando poco a chi ascolta. Neanche le venuture pop - già ben echeggianti nella trascorsa band - riescono a dare vigore emozionale ad un disco che all'apparenza promette tuoni e fulmini, ma che nella sostanza ha pochi punti di forza. Da segnalare la presenza di Alissa White-Gluz degli Arch Enemy nel brano "Five Billion Lies", e di Jen Majura - chitarrista degli Evanescence - in "Spit It Out" che, ad ogni modo, non aggiungono alcuno spessore all'album. Le basi ci sono tutte, ma il gruppo tedesco deve lavorare di più sul songwriting se vuole davvero puntare in alto.
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