ALEYNMORD: The Blinding Light
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28/08/2020Debutto sotto AOP Records per il duo statunitense Aleynmord. Formatosi nel 2018, a Portland in Oregon, il gruppo propone un oscuro black metal dalle tinte depressive che affonda le radici nel pieno della prima metà degli anni novanta, guardando al passato nord-europeo di quel periodo e dimostrando di conoscere bene la lezione insegnata da Burzum, In The Woods… e Ulver (nella prima parte della loro carriera). La band del buon “Garm” è un termine di paragone molto valido soprattutto per le parti acustiche che inframezzano i quattro lunghi brani che compongono il lavoro ma anche una band come Lurker Of Chalise potrebbe essere affiancata per atmosfere e ambientazioni. Le parti più tirate hanno un approccio più “classico”. I riff sono melodici, malinconici, nostalgici ma al contempo aggressivi ed epici. Per quanto riguarda la voce troviamo una ricca varietà di sfumature ed approcci. Vi è il tipico scream black che accompagna le parti più tirate e in più una tipologia di urlato che si avvicina molto allo stile del “Conte”, queste grida al limite del terrore e della sofferenza, colorati da acuti vicino alla vocalità di Rob Halford, davvero molto particolare. A mio avviso i brani non possono essere separati come ascolto, l’album è un unico flusso di coscienza che procede ad ondate, flebili e sognanti o feroci e grandiosi. Le sensazioni che gli Aleynmord vogliono farci provare sono quelle dettate dall’isolamento autoimposto, immersi nella natura; una sorta di fuga o eremitaggio dal mondo moderno in cerca di una parte più atavica di noi stessi. Nota di colore, la copertina è realizzata da Jef Whitehead (Leviathan, Lurker of Chalice).
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