GENTLE GIANT: Voglia di ristampe
I primi 50 anni del Gigante Gentile. Tanto è trascorso da quel gigantesco esordio che ha contribuito a modificare il corso della musica rock. Parte dell’archivio dello storico gruppo britannico è già stato trattato dalle mani sapienti di Steven Wilson, ma il mercato va assecondato (e sfruttato….) per saziare la fame dei collezionisti (completisti), così vengono ristampati su vinile da 180 grammi, riproducendo le copertine originali apribili, i primi quattro leggendari album, nonché capisaldi del rock progressivo mondiale, dei fratelli Shulman. I tre fratelli (Derek, Phil e Ray), figli in arte di un trombettista jazz (la famiglia Shulman ha origini scozzesi, di Glasgow) che trasmise a loro non solo la passione per la musica, ma anche la voglia di sperimentare con le sette note, hanno rappresentato il fulcro principale intorno al quale presero forma i Gentle Giant. Esplosivi, ma al contempo romantici, hanno saputo giocare e coniugare la musica rock con la musica classica, oltre a vari spunti medioevali, raggiungendo un risultato di completa fusione tra i generi. Creativi, sperimentali, innovativi, bizzarri ed immaginifici, hanno saputo affacciarsi da più finestre trasportando, ma soprattutto coinvolgendo gli ascoltatori nelle loro visioni. Terminata l’avventura con la band madre, i tre fratelli non hanno abbandonato il mondo della musica ritagliandosi altri ruoli: Ray è diventato un produttore (Sugarcubes e Ian McCulloch, frontman degli Echo & The Bunnymen), Phil ha sfruttato la sua abilità da polistrumentista mettendosi a disposizione per altri progetti, mentre per Derek è iniziata una nuova carriera: da talent scount di artisti emergenti (fu lui a portare alla firma per la Polygram i vari Bon Jovi, Cinderella, Kingdom Come, Enuzz Z’Nuff), per poi ricoprire anche il ruolo di direttore della Atco (Tangier, Dream Theater e Pantera) e della Roadrunner Records (Nickelback e Slipknot).
‘Gentle Giant’ – Uno dei pilastri portanti del rock progressivo: un debutto dal suono organico, dalla forte matrice rock e, a suo modo, fruibile all’ascolto. Affascinante l’uso delle voci: le senti arrivare, avvolgono l’ascoltatore ed un attimo dopo spariscono. I fratelli Shulman sono geniali nello sviluppo delle trame, come nell’utilizzo in massa degli strumenti musicali e la sensazione che si percepisce è proprio quella di un Gigante Gentile che muove i suoi passi in diverse direzioni.
‘Acquiring The Taste’ – Meno impulsivo e più ragionato, la voglia di sperimentare porta i fratelli Shuman ad osare tanto. Dalla tavolozza arrivano a dipingere un affresco pazzesco come ‘The House, The Street, The Room’ dove accade di ogni e, nel complesso, si è investiti da una gamma ampissima di strumenti e da cascate di voci che arrivano da ogni dove.
‘Three Friends’ – Ci hanno preso gusto, quindi perché smettere di stupire. I Gentle Giant delineano un concept album costruito intorno a tre amici di infanzia che condividono le stesse esperienze, ma che adulti dovranno separarsi, ognuno seguendo il proprio percorso personale e professionale. Il tappeto musicale su cui si muove il Gigante è di fatto jazz in chiave rock solenne, potente ma come di consueto estremamente fluttuante.
‘Octopus’ – Come se non avessero già seminato un raccolto abbondante, ‘Octopus’ è considerato l’apice creativo dei tre fratelli genialoidi. Un pozzo senza fine di sonorità, di incastri tra le voci con un’infinità di richiami alle cose più folli. I Gentle Giant fuggono dalla realtà alla ricerca di nuovi mondi inesplorati ed i loro viaggi sono, come devono essere, densi di sorprese e suggestioni. Delineano ed affrescano degli ambienti surreali, grazie all’infinito talento di questi fini polistrumentisti.
Side One
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