SCHOOL OF ROCK: La Dark-Wave Pt. I
La School Of Rock di Hardsounds non vuole insegnare niente a nessuno. E solo un impegno che ci siamo presi nel volere elencare e motivare le scelte personali o collettive della redazione in merito ad un genere specifico. Mossi come nostra indole dalla passione, i nostri intenti sono quelli di stimolare chi legge, e di alimentare un confronto. Una scuola senza insegnanti, composta da soli alunni.
Questo elenco non vuol essere nella maniera più assoluta una classifica definitiva dei migliori dischi dark mai prodotti nel periodo di massimo fulgore che il genere ha avuto negli anni '80, ma una classifica dei dischi che hanno lasciato un'impronta indelebile, un segno, una cicatrice insanabile su un anima già predisposta verso quelle sonorità malinconiche e sofferenti, tramite cui ha trovato una valvola di sfogo altrimenti non esprimibile con le parole. Un decennio folle che si ostinava ad essere ottimista nonostante una mal esorcizzata paura della fine del mondo (guerre atomiche, etc), i cui vizi hanno portato all'implosione della società occidentale in cui ci si vestiva a lutto mentre tutti gli altri ostentavano i colori. Prima parte.
01. JOY DIVISION - Closer
02. RED LORRY YELLOW LORRY - Talk About The Weather
03. SISTERS OF MERCY - First And last And Always
04. DEAD CAN DANCE - Within The Realm Of A Dying Sun - Anastasis
05. CHRISTIAN DEATH - Only Theater Of Pain – Catastrophe Ballet – Atrocities
06. ALIEN SEX FIEND - Maximum Security
07. COIL - Horse Rotorvator
08. COCTEAU TWINS - Garlands
09. BAUHAUS - In The Flat Field
10. THE CURE - Seventeen Seconds - Faith - Pornography
JOY DIVISION: senza ombra di dubbio la band più seminale del post punk mondiale, in soli due album (Still è un album postumo costituito di bonus track e parte live) hanno saputo creare un genere unico nel suo stile, milioni di proseliti ed adoratori, nonchè uno stuolo di band che hanno costruito intere carriere sulle loro sonorità. La morte prematura e tragica di Ian Curtis ha creato attorno a loro un aurea di culto come per tutte le rockstar morte molto giovani.
ALIEN SEX FIEND: Hardcore dark sperimentale questa era la definizione che girava al tempo dell'uscita del disco in questione; sperimentale perchè utilizzava sequencer, campionatori e batteria elettronica (beatbox al posto del basso) giri di chitarra minimali ma molto compressi ed il suono che ne veniva fuori era molto devastante per il genere.
COIL: coloro che hanno commissionato l'elettronica pura alle atmosfere oscure e decadenti del dark; Horse Rotorvator è il loro culmine creativo dato che dopo questo lavoro si sono dati all'esplorazione dell'elettronica tendente all'house music.
DEAD CAN DANCE: gli australiani pur partendo da sonorità post punk/dark hanno saputo commistionarle con la musica classica/medievale/celtica/aborigena grazie all'utilizzo di strumenti inusuali quali archi, timpani e tromboni, 'Within The Realm Of A Dying Sun' è il primo fulgido esempio di questa fusione mentre Anastasis rappresenta lo zenith espresso attraverso l’esperienza maturata negli anni ed i diversi scioglimenti e reunion che hanno caratterizzato la storia della band.
CHRISTIAN DEATH: la band con il più alto numero di battaglie legali e di line up, causa l’eterna rivalità tra Rozz Williams (Rip) ed il rivale Valor Kand per lo sfruttamento del monicker (ed il successivo boicottaggio da parte dei fans della prima ora dei concerti tenuti da Valor con la morte cristiana, emblematica la presenza di 10 persone, tra cui chi scrive, al concerto dell’Alien di Roma nel 2008), dalla cui lotta intestina sono venute fuori pagine di una bellezza struggente; per questo ho citato i tre dischi che racchiudono l’apice del loro produzione dalla forte componente chitarristica (in seguito ribattezzato death rock) tanto che se ci si sofferma sui riff di Romeo’s Distress si può tranquillamente notare l’anima metal.
COCTEAU TWINS: Garlands è un altro manifesto del dark/post punk che utilizzava drum machines, basso poderoso e pulsante, chitarre acide e reiteranti ed una cantante che non ha mai cantato una sola parola in vita sua, limitandosi a gorgheggiare versi sensa senso; nel prosieguo della carriera hanno dato vita al pop shoegaze sul quale la band ha costruito la propria notorietà.
BAUHAUS: all'epoca dell'uscita dei dischi di maggior successo non erano tra i miei preferiti, tranne che per qualche brano qua e la, non attiravano particolarmente la mia attenzione; ma rivedere dal vivo Peter Murphy suoanre tutti i grandi classici della band mi ha fatto provare dei brividi lungo la schiena che poche altre volte mi è capitato di avere, di conseguenza mi sono ricreduto sulle loro importanza quali epigoni di David Bowie al quale Peter Murphy si è sempre ispirato sia come iconograficamente che musicalmente, mixando il glam col dark.
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