TOM SIX: Human Centipede III
Il film è appena finito, non ho neanche il coraggio di guardare la mia ragazza negli occhi. Andiamo a dormire senza neanche darci la buona notte. Al mattino mi risveglio solo nel letto, con ad attendermi un bigliettino sul comodino. Probabilmente da oggi sono single, e ad essere sincero non gliene faccio una colpa se mi ha abbandonato senza preavviso; è tutta colpa mia. Il primo Human Centipede era un horror visionario con certamente evidenti difetti, che però venivano sopperiti da un concept geniale in un'epoca dove l'orrore è già stato sezionato e scarnificato in ogni suo dove. Mostri, alieni, demoni, mostri che affrontano alieni all'inferno, videogiochi, Uwe Boll. Siamo talmente alla frutta che c'è gente che aspetta addirittura il remake di IT, mentre si parla già del remake di Martyrs. Il remake di Martyrs, torture porn con solo un lustro alle spalle. Alcuni vorrebbero persino uno nuovo Saw e non fatemi continuare, vi prego. Questa è la generazione del remake a ogni costo e non ho ancora parlato dei videogiochi, dove il mercato è ancora più saturo al punto che hanno fatto il decimo remastered di Resident Evil e poi ci si lamenta delle nuove uscite. Siamo noi il cancro delle nostre passioni.
Tom Six se lo sognava la notte questo film, era il suo incubo ricorrente, doveva imprimerlo su pellicola, ma per sua stessa ammissione doveva essere il secondo altresì l'inizio di questa trilogia, tre come appunto le vittime del primo indimenticabile capitolo. L'impatto sul web è stato tale che fratelli maggiori rubavano le Barbie delle sorelle solo per attaccarle bocca culo con il nastro adesivo, e postare foto contorte sui social network. Non potevi più regalare orsetti gommosi che qualcuno li posizionava bocca culo in fila sul tavolo. Ogni testa doveva succhiare un ano, anche se non si era sul set d'un film porno tedesco. Semplicemente da un idea stupida lui ha concepito un trauma sociale perdurato per anni che ancora riecheggia nelle profondità della rete nei meme dimenticati. Prima di lui la tortura più estrema che si riusciva a immaginare era un piercing sullo scroto usato per aprire la portiera d'una macchina, solo per recuperare l'antidoto contenuto al suo interno per debellare il veleno che un enigmista prima ti ha iniettato nelle vene. Oggi è ritrovarsi con la bocca appiccicata al culo d'un camionista con la diarrea fino alla morte.
Se i tre film da lui concepiti fossero una materializzazione reale e corrispondente alla sua torbida fantasia, il primo ne sarebbe la testa, quello che si nutre bene, dotto sulla materia, intelligente e furbo. Un dottore svitato con una propria etica medica, convinto che la sua idea sia oltre il geniale, il sogno di non si capisce quale civiltà, forse una dimenticata per cui lo schiavo era solo animale da compagnia da seviziare, persuaso d'un sogno cui utilità in campo bellico o medico tutt'ora ci paiono arcane a meno di non chiedersi il suo sia stato solo un gesto per voler spaventare l'etica dei suoi colleghi e riuscire a imprimersi anche in malo modo nei tomi di medicina futuri.
Il secondo sarebbe poi a seguire la vittima del centro, quella che solitamente è considerata nella posizione peggiore. Si nutre delle feci del primo, assimilando per questo solo gli scarti di quella idea. Un protagonista che vive in un universo parallelo al film, il nostro potremmo dire quello fuori dalla pellicola, plumbeo e senza vita. Non ha gioie ne passioni, si chiude nelle sue fantasie masturbandosi sulla copertina del dvd con la carta vetrata mentre accarezza la sottile plastica che protegge la copertina come fosse il seno della sua amata. Asociale, grasso, brutto e stranamente arrapante per il sosia di Rasputin. Ignorante su ogni conoscenza medica, anche la più basilare, cui l'unica gioia in vita rimasta è un sogno nato durante il suo noioso trascorrere quotidiano: reinterpretare quel film divenuto un morbo cancerogeno nella sua mente a costo di sacrificare vittime raccattate per la strada e concedere il posto ad honorerm a lei, la protagonista del primo film. Il pubblico s'era suddiviso tra due fazioni precise: chi vomitava alla visione dell'anteprima rinchiuso in un van e la mia ragazza annoiata oltre che schifata. Io viaggio nel mezzo, non vomito ma godo.
Il terzo film è la coda di questo mille piedi umano, il più sfigato. Il secondo soffre di stitichezza, ed a causa d'un sistema immunitario mal ridotto risente della malattia incombente. Tom Six non demorde, frusta la sua creatura. Deve essere un capolavoro, ci ha speso i soldi e chiamato almeno cento persone per fare il mille piedi. Ne va della sua carriera. La nutrizione scarsa e la mancanza di proteine e zuccheri necessari al corretto funzionamento del cervello convincono Tom che richiamare gli attori del primo e secondo capitolo insieme sia geniale. Che vale la pena sfruttare di nuovo l'idea dell'universo parallelo in cui i precedenti film sono appunto tali e sono stati pure apprezzati dal pubblico a un livello tale che c'è chi ne vuole utilizzare l'idea per i suoi scopi carcerari. E indovinate a chi spetterà questo ruolo? Un copia e incolla delle sceneggiature del primo e secondo capitolo, ma solo delle parti peggiori. Rimosso il grottesco e l'angosciante sensazione di claustrofobia che permeava nei primi due capitoli cosa occuperà quest'ora e quaranta minuti? Una trama piatta che si sorregge interamente su un Dieter Laser mai stato così insopportabile. Urla, sbocca, urla, dice parolacce, urla. Il fonico avrà avuto problemi a regolargli il volume. Certamente Tom durante le riprese gli avrà proposto qualcosa tipo 'hai presente quanto eri stronzo nel precedente film? Ora voglio che ti riempi la bocca di merda e ne spari di più grosse. La gente non dovrà più riconoscere la differenza tra la tua faccia e il tuo culo'. Alla faccia, mi è venuta voglia di prenderlo a calci nelle gengive pensando fosse il buco del culo. Laurence R. Harvey invece è pietoso. Al confronto nel secondo capitolo meritava un premio alla carriera. Sottomesso a vice del capo carcerario sostiene bene il suo ruolo di zerbino, non lo distingui dalla tappezzeria.
Ma poi mi spieghi come cazzo fa' a venirti in mente che imitare il film per il quale vai tanto pazzo per gestire il carcere e ridurne i costi sia un idea geniale? Lo so che 'questo' è un film, ma c'è un limite a ciò che uno può e non può dire o fare. Sapete cosa mi ha fatto veramente incazzare poi? Che questi si fa' fregio del titolo 'Human Centipede' per segregarti ad aspettare gli ultimi, e sottolineo gli ultimi dieci minuti per farti ammirare quello che dalle foto di scena doveva essere l'epicentro del tutto ridotto a un cameo auto referenziale con tanto di Tom Six orgoglioso che il suo 'capolavoro' divenga realtà. Capolavoro tra l'altro di cui dubito il reale numero di attori utilizzato, perché Tom senza offesa, ma la ripresa dall'altro sembra fatta al computer porca miseria e tu mi avevi promesso solo attori veri torturati in scena mentre sniffano cocaina sui culi. Mi auguro ti venga una diarrea fulminante.
Un'ora e mezza di follie da parte di Dieter Laser che urla, castra, uccide, scotenna e stupra le sue vittime, che poi tanto innocenti non sono. Lawrence nel secondo come personaggio per me era adatto, un sociopatico senza un giovedì nel calendario, con problemi a relazionarsi con l'altro sesso, cui l'unico piacere sessuale che si concede è masturbarsi con la carta vetro mentre il suo psicologo sogna di fargli un solchino. È scontato che darà di matto e farà un massacro boia; ma l'avete visto in faccia? Che tra l'altro è stato di una epicità immane: un bianco e nero grottesco che si macchia solo di marrone quando inietta nella sua chimera fallita lassativo cantando e ballando il suo macabro (in)successo. Oggi qui qual'è l'esito finale? Dimostrare che il carcere è un deterrente? Che dovremmo reintegrare le torture nelle prigioni? Che mangiare merda fa bene? E chi cazzo ha chiamato in scena Eric Roberts con tanto di inno americano sui titoli di coda?
Preso il coraggio, apro il bigliettino sul comodino:
Scusa se sono uscita senza avvisarti, ma stamattina avevo un appuntamento col dentista e non volevo svegliarti. PS Il film di ieri era una cagata pazzesca. Non preoccuparti, non ti lascio, ma da oggi in poi non ti è più concesso scegliere il film della serata fino alla fine dei tempi
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