INK-SIDE: Giorgio Di Zenzo
Spesso in musica si liquida troppo in fretta l'aspetto visivo, con un "bella copertina" e poco altro, inserito all'interno delle recensioni quando non si ha molto altro da dire. Questo spazio nasce per ridare dignità a quegli artisti che vogliono dare un ulteriore significato alla musica, che rafforzano -a volte in modo determinante- un immaginario forte e a noi molto caro. Senza voler dare lezioni di arte, ma con la consapevolezza dei talenti che abbiamo di fronte.
Ci siamo imbattuti in Giorgio Di Zenzo una decina di anni fa sulla gloriosa Rocksound, rivista che ha insegnato molto agli amanti del rock e del metal nello scorso decennio. La sua vignetta con lo sfigatissimo Kiodo era uno dei momenti più divertenti e sono passati sotto la sua matita/penna tanti personaggi della scena. Diz (ecco il suo pseudonimo) ha realizzato anche delle copertine per gruppi punk/hardcore e negli ultimi tempi ha partecipato con i suoi disegni all'Edicola di Fiorello.
Giorgio, quali sono stati i tuoi primi passi da vignettista? Quando hai capito che disegnare sarebbe stata la tua strada? Le prime cose in assoluto sono state dei fumetti realizzati da bambino su un block notes, che avevano per protagonista il mio cane, poi delle Fan fiction di Beavis & Butt-Head fino alle parodie illustrate di band musicali e film di genere. Comunque il fumetto è più una passione che una vera e propria strada lavorativa.
Hai un modus operandi fisso o puoi anche disegnare ovunque? Per le vignette uso il Trattopen con i pennarelli indelebili esclusivamente neri, per le illustrazioni delle chine più specifiche e dei pennarelli colorati detti pantoni. Sul fatto di disegnare ovunque, ti dico solo che una volta, durante le registrazioni di Edicolafiore, che avvenivano all’esterno di un bar, ho disegnato sul cofano di una macchina perché la folla si era stretta intorno a Fiorello e Giuliano Sangiorgi, che era intervenuto come ospite, togliendomi qualsiasi punto di appoggio.
I tuoi disegni sono nudi e crudi, per niente artificiali. Come mai questa avversione alle grafiche computerizzate? Semplice nostalgia: Sono molto legato alle locandine disegnate a mano, all’estetica delle fanzine punk e soprattutto all’animazione indie americana degli anni 90/2000 ben lontana dalla computer grafica. Prima ero molto più integralista, adesso ho un atteggiamento neutrale, quindi non ho nulla contro chi la utilizza, ma ribadisco che non è il mio stile.
I personaggi che hai creato sono sempre molto caratteristici. Quali ti hanno soddisfatto maggiormente? Quelli piu’ recenti: Goryn e Reiser, protagonisti delle mie vignette sul Web, ma sono piu’ affezionato a Kiodo, Nippy e gli altri personaggi delle riviste, malgrado avessero evidenti difetti scaturiti dall’inesperienza e dall’ingenuità degli esordi.
Ci sono tratti autobiografici? In parte si , ovviamente romanzati ed alterati in chiave grottesca
Cosa ricordi dell'esperienza di Rocksound? Una bellissima esperienza, sono davvero contento di averne fatto parte.
Qualcuno se l'è mai presa per le tue vignette? Sì, ma fa parte del gioco.
Capitolo copertine degli album. Cosa cambia nel tuo lavoro e come si accontentano i musicisti? Personalmente non credo ci sia un metodo, se c’è una reciproca intesa si arriva insieme ad un risultato, sia con un gruppo punk che con una cantante Pop come Malika Ayane.
Come sei arrivato da Fiorello? Sua sorella Anna ha un negozio nel quartiere dove risiedeva mia nonna, io neanche sapevo fosse sua sorella, chiacchierando gli chiesi se potevo lasciargli i miei fumetti e mostrarli a Rosario. Per due anni non seppi nulla e io non chiesi notizie perché non volevo sembrare insistente. Un giorno mi arriva una telefonata di Anna e mi dice che Rosario voleva conoscermi e di presentarmi alle sei del mattino al bar dove giravano “Edicolafiore”.
Hai mai pensato di diventare un "personaggio" più che un disegnatore? No, credo che nella vita bisogna concentrarsi una cosa e tentare di farla bene.
Descriviti con un tuo disegno.
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