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ROMAIN BASSET: Horsehead

Horsehead

Se vi è piaciuto Horshead, vi prego spiegatemi esattamente dove e come. Nel qual caso invece non abbiate la ben che minima idea di cosa stia parlando, beh, state comodi sulla sedia che sarò breve. Ricordo d'aver visto il trailer credo l'anno scorso assieme al primo abbozzo di trama: lei la protagonista è perseguitata da questo incubo, un omaggio all'Incubo di Johann Heinrich Füssli. Una tenda d'un rosso cremisi dominante, un uomo/sacerdote/cavallo con una scure e un incubo da cui è impossibile sfuggire. Un giorno, e che bel giorni direi, la nonna muore per cause 'misteriose' e la madre le chiede di fare ritorno alla casa per il funerale.

Chiusa questa parentesi uno si aspetta un film dal giusto appeal, che ti tenga legato alla sedia fino al suo finale; magari. Tecnicamente parlando l'ho trovato eccelso, la fotografia è ottima. Tra le mie scenografie preferite cito il bagno non tanto per la scena di nudo, quanto per il senso di agorafobia che mi ha provocato. Uno spazio infinitamente nero, illuminato solo al centro da una intensa luce bianca. Bianco e nero in uno scontro tra la sicurezza della porcellana e la paura dell'ignoto nascosto nel buio. È sogno o realtà questa quiete tra le mura domestice, sempre se da muri siamo protetti. L'unico grande difetto è che la trama zoppica dopo neanche pochi decimi di minuti dall'inizio del film. Le premesse del resto erano buone, poteva essere il nuovo Oculus per me, non so se avete presente. Volete un trip mentale? Possiamo andare oltre, magari vedetevi Audition di Miike per citarne un altro che mi piace, perché qui l'unica cosa che avrete sarà un ictus al finale chiedendovi solo cosa diamine avete fatto di male per desiderare ciò. Certo, un demone testa di cavallo vestito come un massone è quanto di più invitante il cinema oggi possa offrirci, ma se le fondamenta sono i deliri d'una tipa che non sa neanche lei quello che vuole. Ma come, già sento qualcuno si lamenta perché il film gli è piaciuto. Ben venga, massima stima, chi ha avuto la fortuna di vederlo assieme al sottoscritto ha semplicemente commentato con un 'che cazzo abbiamo visto'. Magari tra due anni capirò perché la madre prima se la fa' e poi la incolpa. Ma certo, è tutto nella sua testa. L'incubo insito nel suo cuore come un seme pronto a germogliare cui la madre non le volesse bene perché infondo l'hanno costretta a farlo, la convinzione che per forza dentro quelle mura si nascondesse il male, che c'era per forza una spiegazione a quegli incubi che non fosse semplicemente la paranoia.

Naaa, l'unica soluzione logica era che la madre forse doveva coccolarla di più la figlia invece di limitarsi a spiegarle che il giorno in cui l'ha messa al mondo è stato il suo più grande fallimento. Certo che ne inculchi di autostima nel prossimo. Genitore dell'anno. Non so se dire che alla fine non mi sia poi tanto dispiaciuto o l'ho disprezzato senza mezze misure. Nel dubbio provate a vederlo, io lo tengo in cantina per tempi migliori, che magari invecchia come il vino buono.

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