ZENO: RUNWAY TO THE GODS
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17/10/2006Sono trascorsi ben otto anni dalla release dell'ultimo cd in studio "Listen To The Light" da parte di Zeno Roth, axeman che a proprio nome ha rilasciato sul mercato ben quattro cd, l'ultimo dei quali, "Zenology II" (edito dalla MTM nello scorso anno), rappresentava una raccolta di inediti registrati tra gli anni ottanta ed i primi novanta. Ora, con grande gioia dei fans e del sottoscritto incluso, il fratello minore del grande Uli Jon Roth torna alla carica con un album accattivante e di elevato spessore musicale, destinato senza ombra di dubbio ad accaparrarsi i favori dei tanti melodic rock lovers odierni. E per rendere ancora più particolare tale ritorno, tra le altre cose, bisogna sengnalare la comparsa dietro al microfono del sempre convincente Michael Bormann (Jaded Heart, Bonfire, Letter X), il quale prende il posto (almeno in questa uscita) del precedente (e comunque valido) singer Michael Flexig. Il nuovo album qui in analisi, intitolato "Runway To The Gods", vede Zeno alle prese con undici tracce di elevato standard qualitativo, contraddistinte da una lodevole cura negli aggiornamenti e da soluzioni tecniche di assoluto prim'ordine, create non tanto per restare fini a sé stesse ma messe piuttosto al servizio del notevole tiro sonoro dei vari brani, capaci di attrarre senza mezzi termini l'attenzione dell'ascoltatore di turno. Dal punto di vista stilistico il lavoro in questione vede un ulteriore ampliamento delle influenze Fair Warning/Dreamtide già intraviste nei precedenti capitoli, scelta che ben si sposa con il timbro potente ed esteso di Bormann, perfetto nel sottolineare al meglio i passaggi di maggiore interesse all'interno delle varie tracce. Va inoltre sottolineato ai doveri della cronaca il duetto vocale tra Bormann stesso e Zeno nella traccia "Do You Feel The Time", la quale vede l'axeman disimpegnarsi con discreto stile nelle parti più rilassate e basse, per poi lasciare il via libera nei chorus all'esplosiva voce del vocalist teutonico di professione. Forse l'unico difetto riconducibile a "Runway To The Gods" è da ricercarsi in un lavoro di produzione eccessivamente stantio e similare, il quale tende a livellare eccessivamente le soluzioni sonore presenti nelle diverse composizioni, dando l'idea di un cd con poca varietà espressiva. Questo comunque non può che limare solo in minima parte un album incisivo e dalle notevoli potenzialità, che merita senza ombra di dubbio l'attezione di tutti gli amanti delle sonorità melodiche e maqniloquenti allo stesso tempo. Un bellissimo ritorno, da fare proprio senza ritegno alcuno.
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