WITCHKILLER: DAY OF THE SAXONS
data
18/03/2005Anche se magari il Canada negli eighties viveva un po' della luce riflessa degli States (rispondendo agli Slayer con gli Infernal Majesty, ai Megadeth con gli Annihilator, eccetera eccetera), non si può negare il valore di molte tra le misconosciute bands che questo paese ha dato all'heavy metal. Tra le più misteriose ed epiche spicca senza dubbio il nome dei Witchkiller, che possono essere senza tema di smentita definiti come la risposta canadese ai Manowar. Autori di questo singolo EP e di qualche demo, sono riusciti nella difficile impresa di entrare nella leggenda grazie a 5 brani di valore puro e incontaminato, esempi ottimi di un epic metal ferrigno e crudo, senza volontà alcuna di smorzare i toni e stracarico di grinta e passione. Il paragone quasi istintivo coi Manowar non è infatti dovuto esclusivamente all'attitudine senza compromessi e barbarica testimoniata nella copertina e nelle foto interne dell'artwork: anche la musica dei Witchkiller è un ottimo esempio di come si possano reinterpretare i dettami dei primi 3 dischi dei Manowar e nonostante tutto creare qualcosa di unico e personale. I riffoni granitici, le melodie vocali essenziali ma poderose, la ritmica selvaggia della portentosa coppia Batky/Pilon, sono infatti usate in maniera sempre personale all'interno di un contesto inequivocabilmente Manowariano: l'opener "Day Of The Saxons", estremamente debitrice anche ai Judas, non tarda infatti a mostrare personalità con un grandioso riff NWOBHM-style sul finire, e l'oscurità che emerge nella conclusiva "Penance For Past Sins" rimanda addirittura ai Manilla Road più scarni e brutali. Una cosa che però entusiasma particolarmente nel disco è la prestazione vocale di Doug Adams, un singer virile, poderoso e roboante come pochi ce ne sono stati nel metallo epico, capace anche di assumere le vesti di metal screamer quando meno te lo aspetti. Molto distante dal suo più celebre omonimo, è in un brano come "Riders Of Doom" che trova la sua assoluta consacrazione: lenta e magica, questa canzone ispirata all'epopea di Conan è consacrata da un'interpretazione vocale a dir poco indimenticabile, che rende le note immortali ancora più brillanti nonostante la barbarica rozzezza di cui sono inevitabilmente ricoperte... Quello dei Witchkiller rimane in ogni caso puro heavy metal americano (non me ne vogliano le foglie d'acero) al 100%, con grandi rimandi ai Judas come usava all'epoca ("Cry Wolf" e "Begging For Mercy" sono esempi indubitabili), ma anche con i numeri per colpire e stupire persino chi crede di averne sentita troppa di questa musica. Alla fine, viene quasi naturale chiedersi "già finito?"... perchè il Giorno dei Sassoni è veramente un EP di metallo epico come pochissimi altri, e questa band avrebbe davvero meritato un futuro migliore!
Commenti