VISIGOTH: Conqueror's Oath
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20/04/2018Da Salt Lake City, Utah, arriva il secondo lavoro per questa band, portatrice di un nome che nulla sembra avere a che fare con le loro origini. Accantonata questa curiosità, vuoi per pigrizia, vuoi forse per l´impossibilità di conoscerne le motivazioni, ci troviamo davanti ad un lavoro dall´esordio piacevole, localizzabile fra "Wasted Years" degli Iron Maiden e i Running Wild. L´epicità del suond è chiara fin dall´inizio e pervade l´ascolto dal principio alla fine. La presenza di un ugola piu "maschia" della pletora di semicastrati che popolano il genere non fa che conferire ulteriore mordente alla proposta e candida Jake Rogers a credibile sfidante, nel genere, del per ora insuperato Urban Breed. I nostri attingono con libertà a tutto l´epic metalrama, senza però spingersi mai troppo in la nella proposta, il che rende il lavoro solido, interessante ed eseguito con gusto e competenza, ancorchè non enormemente vario. Ma quando mai la varietà è stata una delle peculiarità piu richieste dai fans di un genere cosi volutamente impermeabile all´esterno? Cosi i riferimenti sono quelli di sempre, oltre ai già citati, anche Jag Panzer, Manowar e perfino certi Stratovarius nei momenti piu melodici ci ricordano discretamente da dove ciò che ci troviamo ad ascoltare abbia trovato ispirazione. Non manca una (per fortuna leggera) vena folk, che fa pensare, anche nel cantato frequentemente corale, agli Ensiferum. Possiamo concludere dicendo che si tratta di un ottimo prodotto nel suo genere. Il chitarrismo è a volte un po' semplicistico, richiamando i Running Wild piu minimalisti. Ma i pezzi sono lunghi e articolati, epici come non se ne sentivano da un po' e il tutto è impreziosito da un signor cantante che, pur perdendo di misura il confronto con i migliori, merita ampiamente l´onore delle armi. Non vi sarà facile smettere di ascoltare un pezzo come "Hammerforged".
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