IRONSWORD: Servants Of Steel
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27/01/2020Pochi, ma buoni. Potremmo definire così il modus operandi degli Ironsword, terzetto lusitano guidato dal cantante chitarrista Tann, in un passato remoto già all'opera con i Moonspell il cui leader Fernando Ribeiro è anche il proprietario della Alma Mater Records, guarda caso la label che ha prodotto il cd in questione. In effetti nel corso dei venticinque anni di carriera la band si è preoccupata di mettere sul piatto prodotti dalla qualità alta e ciò a scapito della quantità, con questo sono solo cinque cd in tutto l'arco della loro carriera. Ma ai ragazzi evidentemente piace fare le cose per bene, e la rielaborazione del sound plasmato inizialmente dai Manilla Road ed in seguito perfezionato dagli Omen colpisce anche stavolta ed i fan possono ancora una volta gioire ascoltando gli epici riff non proprio raffinati ma dannatamente sanguigni, un altro gioiellino di metal barbarico del tutto refrattario a qualsivoglia forma di innovazione. Il sound dai muscoli di acciaio è quanto di meglio possa servire a Tann per imprimere la propria evocativa forza vocale che ricorda ovviamente il compianto Mark Shelton ma anche Joakin Broden nei toni più gravi e solenni. 'Servants Of Steel' è un lavoro impostato sui mid tempo, ed è inutile soffermarsi su un brano piuttosto che un altro data la loro qualità pressochè costante rivolta verso l'alto, tempi più cadenzati li possiamo incontrare in "Keepers Of The Crypt" che però diventa assai convulsa in corrispondenza del break solista. Per gli amanti del metal old school questa pubblicazione è destinata a raggiungere i quartieri più nobili di questa ipotetica classifica.
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