VISION DIVINE: 9 DEGREES WEST OF THE MOON
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31/01/2009Quando una band giunge all'apice della sua popolarità e del suo splendore musicale è difficile, anzi no, è davvero difficile affrontare un cambio di line-up. Figuriamoci poi se la figura ad andarsene è il cantante, uno il cui arrivo magari ha portato una gran ventata di freschezza, e figuriamoci poi se questa persona risponde al nome di Michele Luppi. E per far fronte all'ondata di depressione generale che ha travolto i fans dei Vision Divine il buon Olaf Thorsen ha risolto la questione nel più "facile" dei modi, ovvero cogliendo la classica palla al balzo. Caso vuole che proprio un certo Fabio Lione (dei Rhapsody Of Fire, nonchè primo cantante della band) passasse di lì proprio durante il periodo di forzata inattività della band del duo Staropoli/Turilli ed et voilà, la reunion è bella che servita. Nonostante l'esperienza ed il talento del leone d'Italia non siano in discussione vi posso assicurare che il primo ascolto di questo '9 Degress West Of The Moon' è stato a dir poco traumatico. Il passaggio di Michele ha lasciato il segno nei cuori di chi, come il sottoscritto del resto, negli ultimi anni ha ascoltato i Vision Divine ed ora scopre che senza il suo talento straordinario la band di Thorsen sembra aver perso attrattiva. Ciò nonostante, i contenuti di questo album sono come sempre di elevatissima fattura, al pari del resto dell'abilità dei suoi musicisti con un Alessio Lucatti alle tastiere in continua e trionfale crescita. Il sound in perenne evoluzione è sempre fiero portatore del suo trademark ma questa volta assume tinte più oscure, dalle vene tristi e malinconiche, scandite dai profondi testi di Thorsen (che da soli varrebbero l'acquisto), che in un attimo lasciano spazio a soluzioni più ariose, praticamente rivolte all'Hard Rock degli anni '80 come accade in "The Streets Of Laudomia". D'altro canto in qualche occasione i nostri mostrano il fianco, proponendo soluzioni non al pari con il resto del disco come in "Fading Shadow" o "Out In Open Space". Lione dalla sua se da un lato perde punti, per via del suo timbro "Power" pluri abusato di questi tempi, dall'altro ne guadagna a frotte grazie alla sua interpretazione ed intensità. '9 Degress West Of The Moon' è un bel disco, che consiglio e ascolterò con piacere. Ma sono dell'idea che questa sia solo una fase di assestamento, ma sono convinto che i Vision Divine possano puntare ancora più in alto.
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