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VISION DIVINE: Blood And Angels' Tears

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19/10/2024
SV


Genere: Power Metal, Melodic Metal
Etichetta: Scarlet Records
Distro:
Anno: 2024

I Vision Divine tornano con un nuovo full-length, il nono della loro discografia, a distanza di cinque anni dal precedente 'When All The Heroes Are Dead'. Si tratta della prima parte di un concept la cui storia è incentrata attorno a tre angeli banditi dal paradiso per aver esitato a schierarsi nella battaglia tra gli angeli fedeli a Dio e quelli ribelli guidati da Lucifero, e per questo esiliati a vivere sulla terra. Dal punto di vista stilistico si nota un certo riavvicinamento al power dei primi album della band, con un sound però certamente più attuale e in linea con le produzioni contemporanee, grazie anche all'ottimo lavoro, come sempre, per il mixaggio e il mastering, da parte di Simone Mularoni. Le canzoni sono tutte molto belle e ben strutturate, caratterizzate da riff potenti, una sezione ritmica veloce e precisa (dove si registra la presenza, peraltro, del nuovo batterista Matt Peruzzi), squisiti refrain melodici e straripanti assoli, per non parlare delle splendide performance vocali di Ivan Giannini. Nella tracklist troviamo comunque anche un'intro orchestrale, ovvero l'opener "War In Heaven" e una ballata pianistica, "A Man On A Mission"; segnaliamo, altresì, come una traccia quale "Dice And Dancers" sia un po' più dark, per quanto resti comunque pure alquanto orecchiabile. Pregevoli le citazioni poetiche in alcune canzoni, con brani estratti da opere di Ovidio, Shakespeare e dall'"Inferno" di Dante, ma va evidenziato come siano presenti nell'album anche diversi guest, tra cui alcuni cantanti come AC Wild (Bulldozer), che duetta con Giannini in "Drink Our Blood", nonchè Alessandro Conti (Trick Or Treat) e Ray Alder (Fates Warning) in "The Broken Past" (per il ruolo che interpretano gli ultimi due, supponiamo che potrebbero essere presenti anche nel prosieguo del concept). Davvero un bel disco, che però ad onor del vero lascia un po' un senso di incompiutezza dato che lascia il concept totalmente in sospeso: in questi casi, per lo stretto legame che inevitabilmente si crea con altri dischi, riteniamo che un giudizio complessivo sia più opportuno una volta che si possa apprezzare l'opera nella sua interezza. C'è anche da dire che le canzoni prese singolarmente sono tutte molto belle, ma nell'insieme non offrono una grandissima varietà di soluzioni. Diciamo dunque che 'Blood And Angels' Tears' ci ha suscitato impressioni molto positive, ma anche qualche piccola perplessità, per cui ci riserviamo di ascoltare la seconda parte per poter esprimere un giudizio complessivo e maggiormente consapevole. 

Voto 78 - A cura di Elio Ferrara


Il gruppo capitanato dal Viareggino Carlo Andrea Magnani, in arte Olaf Thorsen, torna alla ribalta "Metallica" dopo un lustro dal validissimo 'When All the Heroes Are Dead', per la seconda volta con al microfono il titanico Ivan Giannini, portando all'attenzione dei loro fan (...e non solo, si spera) l'ennesimo concept album, 'Blood And Angels'Tears', ambientato in un'epoca lontana, antecedente alle civiltà attualmente conosciute e incentrato sulle vicissitudini che vedono protagonisti tre angeli banditi dal Regno dei Cieli, rei di non essersi schierati durante la catastrofica guerra tra Lucifero e l'Arcangelo Michele. L'idea che sta dietro la storia che governa l'album è molto ben congegnata e sviluppata, come ci ha da sempre abituato il gruppo tricolore (basti citare gli stupefacenti 'Stream of Consciousness' e 'The Perfect machine'), andandosi ad armonizzare perfettamente con le musiche e dipanandosi attraverso cambi continui di umore ed atmosfera; ogni brano è parte integrante di una narrazione più ampia, simile ad un film che, mediante orchestrazioni melodiche e voci inquietanti, deflagra in una maestosità cinematografica quasi hollywoodiana, dove ogni nota e testo si fondono per evocare una lotta senza tempo e un viaggio eroico attraverso i regni del mito antico e dell'immaginazione fantastica. Analizzata la parte lirica del disco, complessa ed affascinante, occorre soffermarsi sulla mirifica musica elaborata dai Vision Divine, autori di una prova magistrale, ognuno al rispettivo strumento. Va sottolineato come il presente lavoro cresca inesorabilmente ad ogni ascolto, rivelando particolari fino ad allora non colti, arrangiamenti magniloquenti ma sempre ficcanti, armonie perfettamente fruibili ancorché mai banali; una vera e propria sinfonia che necessita del suo tempo per essere assimilata appieno, ma che ripaga con gli interessi ogni singolo minuto speso nel cercare di andare più a fondo, appropriandosi dell'essenza vera di questo paradigma di heavy metal contemporaneo. Ed è così che si viene catapultati, dopo una breve intro per lo più parlata, nel "Balletto" angelico (ma non troppo...) di "The Ballet Of Blood And Angels'Tears", tra ritmiche serrate e la voce di Ivan che si inerpica tra le note impossibili del bridge che porta ad un chorus che si marchia a fuoco nel cervello, senza lasciare scampo. I ritornelli di ogni brano, difatti, rimangono impressi anche a giorni di distanza pur essendo parte di strutture piuttosto complesse e pur giocando su linee vocali tutt'altro che immediate. Esempi lampanti di quanto asserito possono essere "Once Invincible", anch'essa tirata allo spasimo e costruita intorno ad un classico giro di chitarra alla Vision Divine, oppure "Drink Our Blood" e "Preys" ambedue introdotte da tastiere à la "Beast In Black" ma irresistibili nel loro incedere sicuro. Ma anche quando i ritmi rallentano, andando perfino a lambire il soffice terreno delle ballad, il combo italico dispensa classe a piene mani, come nel caso della robusta "When Darkness Comes" o della conclusiva "Lost", intrisa di splendida disperazione. Mai come in questo caso, comunque, l'espressione "No Filler Just Killer" calza a pennello ad un lotto di pezzi che non mostra mai il fianco alla stanchezza o all'ovvio. Possente ma al contempo sofisticato, veloce eppur mai forsennato, melodioso e godibile nondimneno complesso e imprevedibile, un lavoro giocato sulla dicotomia che ad ogni modo vive di un un equilibrio interno stupefacente. Non credo sia lecito chiedere di più ad un gruppo che propone musica di qualità superiore da un quarto di secolo e che è capace di ripresentarsi al grande pubblico nel 2024 con siffatto concentrato di sbalorditivo power heavy metal sinfonico.

Voto 94 - A cura di Cosimo Aramini Parri

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