DEVIN TOWNSEND: Trascendence
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24/11/2016Il visionario e folle genio del metal non conosce pause creative. Ormai abbiamo perso il conto delle sue uscite tra Strapping Young Lads e tutte le miriadi di suffissi che aggiunge ai suoi progetti. La differenza sostanziale rispetto a tutti i dischi precedenti risiede nel fatto che il buon canadese ha abbandonato la maniacale voglia di controllare tutto il processo di creazione del sound (dalla registrazione alla post produzione), lasciandolo ad un gruppo di musicisti e produttori ai quali ha affidato le sue idee ed ha chiesto pareri su cosa cambiare o meno per renderle pìù funzionanti. Quindi non è più il frutto di una singola mente, ma il lavoro di gruppo tra cui merita menzione l’apporto Anneke Van Giersbergen ex-vocalist dei The Gathering. Avendo a disposizione sessanta tracce e non potendole inserire nell’opera, il criterio che ha adoperato per scegliere quelle che avrebbero fatto parte del disco è stato la sua reazione ad ognuna di esse, se queste gli provocavano disgusto, gioia o lacrime erano perfette per l’inclusione. Peculiarità della sua arte è quella di cangiare, di passare a metriche musicali diametralmente opposte con nonchalance e tecnica tali da rendere facile il difficile - vedi “Failure”: il potere di sovvertire il flusso del suono nella maniera più semplice possibile. Devin ha la capacità di urlarti in faccia tutto quello che gli passa per la testa (musicalmente parlando), come metterti in un astronave e condurti in viaggi astrali nell'universo come in “Offer Your Light”. Questo lavoro vi strattona, vi schiaccia - “Higher” - ma vi fa anche vedere la bellezza della musica, vi racconta le fiabe mentre vi culla con le sue melodie - “Secret Sciences” - fino a toccare territori ambient nella cover dei Ween, “Transdermal Celebration”. Le chitarre liquide e taglienti dal sound industrial di “Stars” restano il suo trademark. Epicità, groove e melodiche sinfonie in quantità industriali.
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